Per approfondire:
Tutto bene? Fino a un certo punto. Le cifre squadernate sabato dal premier a Porto sono incoraggianti: "Dal 26 aprile il numero dei ricoveri in terapia intensiva è calato di oltre il 20%, il tasso di positività è sceso al 3,2 e le vittime, pur tante ancora, sono in diminuzione". Confermato ieri dal dato dei decessi, il più basso dal 25 ottobre: 139. Ma un segnale in rosso c’è, e capita che sia proprio quello considerato finora la stella polare per decidere aperture, chiusure e restrizioni varie: l’indice di contagio Rt. Cosa significhi oramai lo hanno capito più o meno tutti. È quell’indicatore che spiega quante persone contagia un individuo che ha contratto il Coronavirus. Altrettanto noto è il fatto che quando la barretta supera l’1 significa che il contagio è davvero rischioso. Quell’1, con le riaperture, non è ancora stato raggiunto però è in salita, siamo allo 0.89 e le previsioni non sono rosee. Il bolettino Covid del 10 maggio Ecco le regioni che rischiano la zona arancione Indice Rt regioni e Italia: tutti i dati / Pdf Con i dati del 14 maggio, quando si misureranno a registro pieno le conseguenze delle ripartenze del 26, si potrebbe lambire e, forse addirittura superare, il fatidico 1. Solo che tornare a parlare di chiusure non si può. Non reggerebbero le regioni, infatti i governatori premono per superare quell’indice. Soprattutto, non lo reggerebbe il Paese. Regole per i matrimoni. Ipotesi cerimonie dal 15 giugno Quindi non resta che mettere mano ai parametri. Si può fare, avverte il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa (Noi con l’Italia). "Prima che arrivasse il vaccino, il numero dei contagi doveva essere monitorato per evitare che il virus raggiungesse le persone più fragili; era giusto considerarlo il valore assoluto sul quale regolare le chiusure. Avendo messo in sicurezza ...
© Riproduzione riservata