Mercoledì 24 Aprile 2024

Il virologo: vaccino unico a ottobre "Ma ora lasciamo circolare il Covid"

Clementi e il rialzo dei casi: conta il calo dei ricoveri, segno che la profilassi funziona anche se dura poco

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di Giovanni Panettiere

"Chi grida al flop dei vaccini anti-Covid è fuori strada, anche considerando, come d’altronde sapevamo da tempo, che la loro copertura dalla malattia scende progressivamente nel corso dei mesi. Lo continuano a dimostrare i dati in arrivo dagli ospedali dove chi finisce ricoverato in Medicina interna o peggio in Terapia intensiva è nella larghissima parte dei casi un soggetto non vaccinato". Risponde facendo leva sull’evidenza clinica il virologo Massimo Clementi all’offensiva No vax riattivatasi alla luce del modesto rialzo dei contagi di questi giorni e degli ultimi risultati (provenienti dai laboratori inglesi) sul booster la cui copertura dalla malattia lieve si riduce già dopo un paio di mesi. "Che il virus circoli in questa fase è un bene, fra ottobre e novembre avremo una profilassi aggiornata simile a quella antinfluenzale", sentenzia fiducioso l’ordinario di Microbiologia al San Raffaele di Milano.

Non c’è da preoccuparsi quindi del rimbalzo della curva pandemica?

"Al momento no e per una duplice ragione: da una parte, chi si sta contagiando ora è per lo più la popolazione giovanile, meno coperta dal punto di vista vaccinale, dall’altra, non si registra al contempo alcun incremento sensibile sul piano dei ricoveri, segno che nella maggioranza dei casi l’infezione sta determinando un quadro asintomatico o paucisintomatico".

E perché la ripresa delle infezioni può essere letta in termini positivi, professore?

"La diffusione di questi giorni non aggravia il sistema ospedaliero visto che è trainata dalla variante Omicron e dalle sue derivazioni, di per sé meno aggressive della Delta, per esempio. Circolando il virus, si rafforza anche l’immunità di gregge che può esserci utile nel prossimo autunno, quando è prevedibile una recrudescenza dell’infezione. Con questo non voglio dire che a una certa tranquillità di fondo non debba accompagnarsi un monitoraggio costante del quadro sanitario, ad oggi più endemico che pandemico, per fortuna".

Purtroppo, però, l’efficacia dei booster non va oltre i due mesi.

"Stiamo parlando della copertura dalla malattia lieve e di dati comunque non del tutto sovrapponibili ad altre risultanze. Dobbiamo poi ricordarci che abbiamo a che fare con un Betacoronavirus che, al pari di altri patogeni del raffreddore, determina un’immunità anticorpale temporenea limitata al momento a 6-8 mesi. Il Covid non è il morbillo per il quale uno si vaccina ed è a posto per sempre. Per fortuna, tuttavia, possiamo contare anche su un’immunità cellulare di per sé permanente".

Vuol dire che in autunno faremo un ulteriore richiamo contro il Covid che ci metterà al riparo per qualche mese e poco più?

"Credo che la prospettiva possa essere diversa. Abbiamo bisogno di una profilassi il più possibile simile a quella antinfluenzale, tarata cioè sul ceppo virale endemico dell’infezione che, allo stato attuale, risulta essere Omicron e non varianti più aggressive previste da altri studiosi".

Come procedono gli studi su un nuovo vaccino più moderno?

"Ci sono trial avanzati sulle profilassi a mRNA, Pfizer e Moderna, aggiornate ad Omicron che stanno danno risultati soddisfacenti".

È fiducioso. dunque?

"Sono convinto che in autunno avremo a disposizione un vaccino di nuova generazione che potremo offrire ai cittadini, in primo luogo a quelli più fragili, con un’efficacia annuale o quasi".