Venerdì 19 Aprile 2024

Il video-ritorno di Berlusconi "Eccomi in giacca dopo un mese Siamo i santi della libertà"

Il leader ricoverato al San Raffaelle invia un messaggio registrato alla convention di Forza Italia. Ventuno minuti, voce a tratti sofferente. Tajani: solo un grande statista può trovare la forza per farlo.

di Giulia Bonezzi

"Eccomi, sono qui per voi". Il leader in video allarga le braccia e scatta la prima standing ovation. La sala gremita della convention di Forza Italia gli tributerà sedici applausi a scena aperta. Lui prosegue: "Per la prima volta dopo un mese con la camicia e la giacca". Monocromia blu, sfondo con cartellone dell’evento “La forza dell’Italia”, tricolore e bandiera dell’Ue, davanti una scrivania con un suo libro e un bicchier d’acqua sorseggiato un’unica volta in ventun minuti di discorso, registrato senza tagli apparenti benché trasmesso in differita. La voce, a tratti affaticata, tradisce il fatto che la scenografia in stile discesa in campo del ‘94 nasconda l’ospedale San Raffaele dove Silvio Berlusconi è ricoverato da un mese e un giorno, i primi dodici in terapia intensiva per una polmonite contestualizzata dalla leucemia mielomonocitica cronica di cui, si è appreso nell’occasione, soffre da quasi due anni.

"Solo un grande statista, leader e uomo può trovare la forza di parlare per venti minuti" in questa situazione per "mandare un messaggio d’identità al partito che ha creato, dargli una prospettiva nel futuro e un messaggio d’amore alla famiglia di Forza Italia" che gli vuol "bene come a un fratello, a un padre", dice il coordinatore nazionale e vicepremier Antonio Tajani presentando il video che "rimarrà negli annali di Forza Italia". E intorno al quale è costruita la liturgia della chiusura della convention agli East End Studios di Milano, incastrandolo televisivamente con l’incoronazione di Carlo III cui il neocapogruppo alla Camera Paolo Barelli fa esplicito riferimento ("Festeggiamo la nuova incoronazione di Berlusconi"). Il discorso del leader ricomincia dal risveglio in terapia intensiva, "Che ci faccio qui?", e "la mia Marta" risponde: "Hai lavorato tanto, forse troppo, per salvare la nostra democrazia e la nostra libertà". Poi riavvolge il nastro di trent’anni, quando "i sondaggisti delle mie tv" gli annunciano che alle elezioni "vinceranno i comunisti" e l’unico che può fermarli è lui, "fondando un nuovo partito". "Sentii un autentico dovere", ricorda e racconta una cena, alla vigilia dell’annuncio "in prime time", con familiari, dirigenti e amici ad Arcore, lui che si butta vestito sul letto e mamma Rosa che torna indietro a dargli la benedizione.

Berlusconi rivendica i capisaldi identitari di 29 anni d’avventura azzurra: di essere "non professionisti della politica, diversi" da chi "non ha mai lavorato, solo parlato e sparlato", e "l’unico partito in Italia che interpreta la tradizione liberale, cristiana, garantista, europeista e atlantista. Forza Italia è una religione laica, la “religione della libertà” di Benedetto Croce. Gli italiani ci considereranno i loro santi laici, i santi della loro libertà e del loro benessere". Come trent’anni fa i diavoli, nella cosmogonia berlusconiana, sono i "comunisti" (la capogruppo dei senatori Licia Ronzulli riserva una battuta alla neosegretaria del Pd: "Non c’è armocromista che tenga per nascondere il rosso comunista della Schlein"). "Per i nostri avversari essere di sinistra è una moda – rincara il leader –, non sanno o non dicono cos’è il comunismo" che "nasce dall’abolizione della proprietà privata" ed "è incompatibile con la libertà". Cita Mao, Stalin e la carestia che "provocò almeno 5 milioni di morti in Ucraina", ma per rilanciare la richiesta di una "politica militare comune" dell’Ue ipotizza, "per assurdo", un’invasione della Cina. Putin è bypassato, alla convention compare solo fugacemente nella versione più presentabile di Pratica di Mare 2002 (la stretta di mano a tre con Silvio e George W. Bush) e in un video diverso, celebrativo del trentennio berlusconiano, che si chiude con un montaggio sovrapposto del primo discorso da premier al Parlamento e dell’ultimo lo scorso autunno in Senato, quando s’insediava però Giorgia Meloni.

"Noi siamo il pilastro essenziale di questa maggioranza – rivendica il Berlusconi attuale –, la spina dorsale di questo Governo per far sì che le sue decisioni siano giuste ed equilibrate".