Mercoledì 24 Aprile 2024

Il video e le polemiche Calciatore scambiato per bandito Gli agenti puntano le pistole

Il milanista Bakayoko fermato in auto con un amico: riconosciuto solo dopo la perquisizione. Insorge Amnesty: "Sembrava una profilazione etnica". La polizia: "Controllo regolare"

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di Nicola Palma

Un controllo di polizia all’alba, innescato dall’allarme per una doppia sparatoria. L’auto fermata a poche centinaia di metri dal luogo in cui poco prima sono stati segnalati i colpi di arma da fuoco. La perquisizione del conducente del Suv, che corrisponde alle descrizioni: centrafricano, cappellino e t-shirt verde. Un agente che fruga nelle tasche dell’uomo e l’altra che impugna la pistola d’ordinanza e la tiene puntata contro il passeggero, fermo in macchina. Poi entra in scena un terzo poliziotto, che si avvicina al collega per dirgli qualcosa. "Chi?", risponde l’altro. Pochi secondi: abbassa le braccia incredulo e si volta di scatto mollando la presa. Sì, perché l’uomo che stava perquisendo è Tiémoué Bakayoko, ventisettenne centrocampista franco-ivoriano fresco campione d’Italia con il Milan. Il controllo si ferma lì: il calciatore, che peraltro non avrebbe protestato per lo "scambio di persona", viene rilasciato. La sequenza è datata 3 luglio, ma è emersa solo ieri sui social: in mattinata ha iniziato a circolare un video amatoriale che in poche ore ha generato centinaia di commenti e accuse esplicite di "razzismo" alle forze dell’ordine.

Prima i fatti. Anzi, prima l’antefatto. Domenica notte turbolenta in corso Como, tempio della movida milanese che nei weekend è spesso teatro di aggressioni, furti e rapine. Alla centrale operativa di via Fatebenefratelli arriva una prima segnalazione di spari alle 4.45: gli agenti non trovano nessuno, ma recuperano a terra due bossoli a salve. Mezz’ora dopo, altro alert a vuoto dalla stessa zona. Alle 5.30 la terza chiamata dal vicino corso Garibaldi: i sanitari del 118 stanno medicando un senegalese di 27 anni, colpito alla gamba da un frammento di metallo. Poco dopo arriva un connazionale, di un anno più grande, che lamenta una ferita analoga. Cos’è successo? Le immagini delle telecamere rimandano frame di un violento confronto in strada tra una decina di persone: da una parte i senegalesi, che hanno sparato per primi (a salve); dall’altra i nordafricani, che sono scappati per poi tornare a vendicarsi con una sorta di scacciacani ’modificata’. Ed è in quest’ultima fase che i due senegalesi (poi arrestati per rissa) vengono feriti.

Ecco lo scenario che fa da cornice al controllo a Bakayoko, alle 6 in viale Sturzo, stradone che corre tra la stazione Garibaldi e lo skyline di Porta Nuova. Il calciatore corrisponde alle descrizioni diramate via radio di una delle altre persone coinvolte e per questo viene fermato. Non è un ’normale’ controllo: in quel momento può essere considerato un potenziale sospettato e a bordo dell’auto potrebbe anche esserci un’arma. È un controllo, specifica la Questura, "occorso in un contesto operativo che giustificava l’adozione delle più elevate misure di sicurezza, anche in funzione di autotutela" e che "si è svolto con modalità assolutamente coerenti rispetto al tipo di allarme in atto". Una volta "identificata la persona e chiarita la sua estraneità ai fatti – la conclusione – il servizio è ripreso regolarmente, senza alcun tipo di rilievo da parte dell’interessato". Che non avrebbe neppure sentito il bisogno di avvisare della disavventura i dirigenti del club rossonero, che l’avrebbero scoperto ieri.

Il filmato ha scatenato una valanga di reazioni sul web. In tanti hanno stigmatizzato l’atteggiamento dei poliziotti, accusandoli di aver fermato "un nero perché nero" e di averlo rilasciato "perché nero ricco". Concetto sintetizzato così da Amnesty: "Le immagini del fermo di Bakayoko fanno pensare a una profilazione etnica. Una pratica discriminatoria che su una persona non famosa avrebbe potuto avere conseguenze gravi".

Di contro, il sindacato di polizia Siulp si è complimentato per "l’operazione meticolosa" da parte di "agenti giovanissimi ma preparati", che "come da regolamento avevano le armi in pugno e tenevano sotto tiro i due uomini fermati". "Ho visto il video, ma non ho parlato con il questore e quindi non saprei commentarlo. Non vorrei dire cose improprie. Sentirò il questore", ha affermato il sindaco Giuseppe Sala.