Giovedì 18 Aprile 2024

Ischia, il viceministro Rixi: "Le ruspe non risolvono nulla. Bisognava evitare la frana"

Il leghista: "Case abusive? Sbagliato colpevolizzare le vittime. Io ero contrario al condono"

Roma, 29 novembre 2022 - Su un punto è categorico: "Non bisogna scaricare le colpe sui più deboli, se quelle case non dovevano stare lì la responsabilità non può essere di chi ci abitava ma di chi, invece, avrebbe dovuto abbatterle". Edoardo Rixi, genovese doc, classe ‘74, viceministro alle Infrastrutture in quota Lega, non nasconde il suo disappunto per le polemiche che stanno facendo da sfondo alla tragedia di Ischia. "Le vittime non possono essere colpevolizzate. Occorrerà poi una riflessione seria su quello che non ha funzionato e su ciò che bisogna fare".

Edoardo Rixi, 48 anni
Edoardo Rixi, 48 anni

Frana a Ischia, trovati altri 2 morti: i genitori dei tre fratellini

Qualcuno dice che la colpa è tutta dei condoni. "Bisogna intendersi. La montagna non è venuta mica giù perchè c’erano le case abusive. È una polemica senza senso. La verità è che tutte le volte che si verifica una tragedia come questa si ripete lo stesso copione".

Che cosa intende fare il governo per Ischia? "È evidente che quel versante della montagna aveva bisogno di interventi forti di consolidamento. Ma è anche chiaro che le colpe non possono essere scaricate sui piccoli Comuni che non hanno né risorse né tecnici in grado di affrontare un piano così complesso. Del resto, il problema, non riguarda solo Ischia ma buona parte del Paese".

L’Italia è un Paese fragile. E le calamità ci costano fra i 2 e i 3 miliardi di euro all’anno. Non sarebbe stato più utile utilizzare queste risorse per mettere in sicurezza il territorio? "Certo. Ma la verità è che per fare un lavoro di consolidamento di una montagna o per sanare una situazione di dissesto idrogeologico con le regole ordinarie ci vogliono decenni e nel frattempo ci possono essere nuove tragedie. Bisogna avere il coraggio di definire le priorità".

Torniamo a Ischia: non crede che non bisognerebbe ricostruire nelle zone più a rischio? "È difficile rispondere a questa domanda. Adottando in automatico questo principio, buona parte di Napoli andrebbe delocalizzata. Il probema è come si costruisce sapendo che il rischio zero non esiste. Non bisogna confondere i due piani: da una parte c’è l’abusivismo e dall’altra il rischio idrogeologico".

D’accordo, ma come si esce da questa situazione? "Bisognerà avere il coraggio di fare una fotografia del nostro patrimonio abitativo, con un confronto costruttivo fra amministrazioni locali e centrali, per decidere che cosa salvare e cosa abbattere".

A Ischia ci sarebbero oltre 26mila pratiche di condono pendenti. "È inutile gridare allo scandalo. In Italia ci sono, secondo alcune stime, fra i 7 e 8 milioni di edifici che hanno problemi di difformità urbanistica. È impensabile abbatterli tutti. La verità è che nel nostro Paese c’è la tendenza alla deresponsabilizzazione".

Nel frattempo si continuano a fare condoni, come quello del 2018 su cui è scoppiata la polemica. "Io ero contro perchè ho ritenuto che fosse sbagliato inserire un tema come questo nel decreto Genova".

Eppure durante la campagna elettorale si dice sia stato anche a Casamicciola. "Abbiamo avuto una riunione in cui ha partecipato anche un sindaco di Ischia, ma a Napoli. Si è parlato in generale della situazione dell’abusivismo in Campania, dove abbiamo centinaia di migliaia di immobili fuorilegge col rischio che nessuno tocca la casa al boss mafioso e si va invece a demolire l’abitazione della vecchietta che ha fatto una finestra. Io sono per abbattere senza esituazione le case costruite senza alcun titolo e solo a fini speculativi, e invece aprire una riflessione sugli immobili realizzati secondo le regole ma la cui licenza si è arenata solo per cavilli burocratici".