di Giovanni Panettiere La ritirata strategica delle truppe russe dal nord dell’Ucraina alza il sudario di dolore sulle stragi commesse dagli invasori sui civili inermi. Fucilazioni, torture, anziani, bambini, ora si scopre Bucha, domani Mariupol o Chernihiv, è solo questione di tempo, appena sarà possibile tornare un minimo a vivere anche in quelle città. È la triste previsione del vescovo di Kiev per i cattolici di rito latino, Vitalii Kryvytskyi. "Queste atrocità non possono restare impunite, serve una commissione internazionale indipendente per fare giustizia", è la sua richiesta prima di lanciare un accorato appello alle truppe russe. "Vengo dal sud dell’Ucraina, da una famiglia russofona – scandisce il presule salesiano, appena 49 anni –. Non è radendo al suolo le città di lingua russa che si accresce l’amore per la Russia. Lo si distrugge, pensateci e fermatevi". Che cosa ha provato nel vedere le immagini della strage di civili a Bucha? "Come tutti gli ucraini e non solo sono rimasto choccato da quanto trasmesso dalla tv. Purtroppo temo che, una volta liberate le altre città occupate dai russi, come Mariupol o Chernihiv, verranno alla luce altre atrocità. Non c’è giustificazione alcuna per questo odio verso l’intero popolo ucraino. Ed è davvero difficile in questo momento trovare parole di consolazione per i famigliari e gli amici di quelle che sono vittime innocenti". Si sarebbe mai aspettato violenze tali da parte dei russi che, solo fino a poco tempo fa, consideravate fratelli? "Quanto sta accadendo è incomprensibile ed inimmaginabile. Sono contrario a qualsiasi atrocità, a ogni forma di uccisione, ma la morte di un soldato in battaglia non può essere paragonata a quella di un civile inerme. Chi ha commesso e chi ha voluto queste stragi deve pagare il suo conto con la giustizia". Serve una commissione internazionale indipendente sui fatti di Bucha che acclari ...
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