Il Vaticano: "Una sfida al mondo" L’esultanza dei vescovi americani

"Una giornata storica per il nostro Paese". Ma c’è anche chi cerca il dialogo

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I vescovi statunitensi non aspettavano altro. Dopo aver cercato fino all’ultimo di negare la Comunione ai politici democratici pro choice, come lo stesso inquilino della Casa Bianca, il cattolico Joe Biden, arrivando quasi allo scontro col Papa, poco incline alle culture war, per i presuli Usa la sentenza della Corte suprema, che abolisce il diritto all’aborto nel paese, suona come una benedizione. E incassano pure l’appoggio (più sfumato) della Santa Sede, nonostante al loro interno non manchino timidi distinguo da parte della minoranza progressista, cardinali Joseph Tobin e Blase Cupich in testa.

"È una giornata storica nella vita del paese, suscita pensieri, emozioni e preghiere – scrive José H. Gomez, capo dell’episcopato americano –. Per quasi 50 anni l’America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire; questa politica ha provocato la morte di decine di milioni di bambini mai nati, generazioni a cui è stato negato il diritto di nascere". A tale dichiarazione si unisce l’arcivescovo Vincenzo Paglia (foto), presidente della Pontificia Accademia per la Vita, secondo cui "il fatto che un grande Paese con una lunga tradizione democratica abbia cambiato posizione sul tema sfida anche il mondo intero", il tutto, però, avverte, "senza cadere in posizioni ideologiche a priori".

In un’America divisa sull’aborto chi tende la mano ai liberal è il cardinale Cupich, scelto da Bergoglio per l’arcidiocesi di Chicago. Il presule promuove il verdetto, ma precisa: "Sottolinea la necessità di comprendere chi non è d’accordo con noi e d’inculcare un’etica del dialogo e della cooperazione".

Giovanni Panettiere