Mercoledì 24 Aprile 2024

Il tempo delle donne L’appello di Mattarella "Violenze inaccettabili E la parità resta lontana"

Il report del Viminale: venti femminicidi solo dall’inizio di quest’anno. Il presidente: "Stereotipi e pregiudizi sono alla base delle discriminazioni. La Repubblica ha fatto progressi, ma certe mentalità sono presenti"

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di Elena G. Polidori

"Presto - aveva detto l’altro giorno Giorgia Meloni - ci sarà una donna al Quirinale, il tempo è arrivato". Non è invece arrivato quel tempo che vede l’abbattimento di una piaga dilagante, quella dei femminicidi, che dal primo gennaio 2023 ad oggi ha già visto 20 vittime (diciotto delle quali uccise in ambito familiare) e di cui ieri, 8 marzo, festa della donna, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto parlare lanciando un ennesimo grido d’allarme: "Occorre un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme - ha detto il Capo dello Stato - per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e i femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità".

Una severità che, invece, ancora manca, come sottolinea uno spietato report del Viminale sul tema: "Analizzando gli omicidi avvenuti nei primi tre mesi di quest’anno e mettendoli a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente - si legge - si nota un decremento nell’andamento generale degli eventi, che da 57 passano a 56, mentre aumenta il numero delle vittime di genere femminile (che passano da 19 a 20)". Lo scorso anno in Italia sono state uccise 125 donne, l’ultima alla vigilia di Natale del 2022, un numero che rischia di essere uguagliato quest’anno, visto l’andamento del primo trimestre. Eppure, la società sta cambiando, i costumi pure e in questi ultimi decenni, riprendendo le parole di Mattarella al Quirinale, "la Repubblica ha fatto enormi progressi; abbiamo in carica la prima donna alla guida del governo, una donna alla presidenza della Consulta, per la prima volta una donna a capo della magistratura. Ma certe mentalità sono ancora presenti", ha sostenuto il capo dello Stato, sottolinenado con forza la necessità di contrastare il fenomeno nel modo più incisivo possibile, appunto "con la massima severità".

Anche perchè la violenza sulle donne ha un costo, ogni anno 366 miliardi di euro solo nell’Unione europea anche se i dati dei diversi Paesi sono disomogenei in virtù delle diverse legislazioni esistenti sul tema soprattutto sul fronte dei risarcimenti e dei sussidi agli orfani delle donne uccise; la stessa Commissione Europea ha denunciato lacune ed incoerenze sul tema, sottolineando di non avere una "visione chiara della situazione"; i dati disponibili mostrano tuttavia che nel periodo fra il 2010 e il 2021 nella Ue almeno 6.593 donne sono state uccise da un uomo della loro famiglia.

La storia, però, muove a favore di un cambio di passo, come ha dimostrato anche la particolare festa che si è svolta ieri al Quirinale: mai prima nella storia del nostro Paese c’erano state tante donne alla guida di importanti istituzioni, tutte presenti al Colle. In prima fila sedeva la prima presidente del consiglio donna, Giorgia Meloni, poco distante c’era Silvana Sciarra, la prima donna presidente della Corte Costituzionale, solo qualche giorno fa è stata eletta anche la prima donna presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano. E alla cerimonia è intervenuta anche la ministra Elisabetta Casellati (che è stata la prima donna Presidente del Senato). Mancava solo Elly Schlein, prima donna alla guida del Pd, in attesa che domenica prossima l’assemblea nazionale ne ufficializzi l’elezione.

Nonostante i progressi registrati Mattarella ha comunque segnalato che "la strada per il raggiungimento di una parità effettiva - costituita con pienezza da diritti e da opportunità - è ancora lunga e presenta tuttora difficoltà". Perchè ancora resistono stereotipi e pregiudizi, frutto della misoginia, della paura della donna, che è "all’origine di tutte le discriminazioni che, nei secoli fino ad oggi, si sono manifestate, a ogni latitudine, contro le donne". Un’emozionata Meloni ha poi sottolineato il "senso di responsabilità" per i temi trattati: "Dobbiamo essere intransigenti nel nostro ruolo", ha detto.