Il Tar riporta in classe gli studenti lombardi Spostamenti fra regioni: stop fino al 5 marzo

Approvato dal governo il nuovo decreto. Scuola, i giudici sospendono l’ordinanza di Fontana. Il governatore: faremo ricorso

di Alessandro Farruggia

Stato di emergenza prorogato dal 31 gennaio al 30 aprile. Dal 16 gennaio al 5 marzo divieto di spostamento tra regioni anche ’gialle’. Confermata la norma che consente un solo spostamento al giorno verso abitazioni private nel limite di due sole persone (più disabili e non autosufficienti conviventi) e quella che, in caso di zona arancione, consente gli spostamenti entro 30 chilometri (esclusi verso i capoluoghi) per i comuni con meno di 5mila abitanti. Nascita poi delle ’zone bianche’ delle quali faranno parte le regioni (a oggi, nessuna) con livello di rischio basso e incidenza settimanale dei contagi inferiore ai 50mila casi ogni 100 mila abitanti. E infine ingresso in area arancione di tutte le regioni a rischio alto secondo i 21 parametri definiti dal decreto del 21 aprile. Questo prevede il decreto legge esaminato e approvato dal Consiglio dei ministri di ieri sera. È un’accelerazione in vista del cdm di oggi, che varerà il Dpcm con tutte le altre norme e prenderà il posto del Dpcm in scadenza il 15 gennaio.

Intanto in Lombardia le scuole superiori potrebbero ripartire con didattica mista da domani per effetto di una sentenza della prima sezione del Tar della Lombardia, che ha sospeso l’ordinanza della giunta Fontana che prevede la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 25 gennaio. "Prendiamo atto della decisione del Tar – scrive la Regione in una nota – e ci riserviamo, dopo aver valutato nel dettaglio le motivazioni dello stesso, di proporre reclamo". "Questa settimana – ha invece sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza nell’informativa alla Camera – c’è un peggioramento generale della situazione epidemiologica in Italia, aumentano le terapie intensive, l’indice Rt e focolai sconosciuti. L’epidemia è nuovamente in una fase espansiva. Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure e il governo ritiene inevitabile prorogare al 30 aprile lo stato di emergenza".

Ieri sono saliti a 15.774 (martedì erano stati 14.272) i nuovi contagi da Coronavirus riscontrati in Italia. Grazie al fatto che i tamponi sono saliti a 175.429 (+33.778) il tasso di positività è sceso al 9%. I morti sono stati 507 (-109), oltre 80mila da inizio pandemia. Diminuite di 57 le terapie intensive, calati di 187 i ricoverati con sintomi. "C’è un drammatico mutamento dell’indice di rischio attribuito alle singole regioni – ha detto Speranza –, dodici delle quali sono già a rischio alto. Prevediamo la conferma delle misure già vigenti e del modello per fasce".

Il decreto ministeriale che identificherà le nuove collocazioni nelle fasce verrà deciso domani, visti i nuovi dati. La Sicilia sicuramente, probabilmente la Lombardia e forse l’Emilia Romagna finiranno in zona rossa (o resteranno in arancione con Veneto e Calabria), mentre altre 10 regioni e province autonome (Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, provincie di Bolzano e Trento, Puglia, Umbria) sono a rischio zona arancione: determinanti i dati elaborati domani dall’Iss e poi dal Cts. "È intenzione del Governo – ha sottolineato Speranza – ridurre gli assembramenti negli spazi antistanti i locali pubblici attraverso la limitazione dell’asporto per i bar a partire dalle 18". Speranza ha confernato l’intenzione di riaprire i musei nelle regioni ’gialle’.