Mercoledì 24 Aprile 2024

Il solito Musk su Twitter Sondaggio per Trump e cinguetta con Salvini "Voglio incontrarlo"

Referendum sulla riammissione del tycoon: "Vox Populi, vox Dei". Poi l’imprenditore multimiliardario accetta l’invito del ministro italiano. che l’aveva definito "uno dei principali geni innovativi al mondo"

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di Giampaolo Pioli

Non si sente a suo agio Elon Musk in queste ore. Non sa ancora quante persone si ripresenteranno al lavoro domani dopo il suo ultimatum. Il neo imperatore di Twitter, al quale non mancano le idee, ha però deciso ieri di lanciare un referendum popolare in rete chiedendo al suo pubblico chi è favorevole e chi è contario alla riapertura dell’account di Donald Trump, bloccato per la pericolosità dei suoi discorsi che portarono all’assalto del Congresso nel gennaio 2021 e per la poca aderenza delle sue informazioni con la realtà dei fatti. Nel conto alla rovescia del referendum sulla riammissione di Trump – certo non vincolante per Musk, che ha comunque scritto: "Vox Populi, Vox Dei" –, fino a questo momento il 60% degli utenti che hanno risposto è contrario e il 40% a favore, più o meno la stessa percentuale che vede gli Stati Uniti divisi sulla sentenza della Corte Suprema che nei mesi scorsi ha negato il diritto di aborto. Trump ha comunque detto che, per ora, resterà su Truth, il suo social network, perché Twitter ha "troppi problemi".

Intanto, Musk potrebbe scoprire in Italia, nel ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, un nuovo grande amico col quale cinguettare su argomenti importanti. "La mia porta è sempre aperta nei suoi confronti", dice Salvini, e “Elon il barbaro” gli replica: "Non vedo l’ora di poterla incontrare…" Di questo “amore a prima vista“ si sa ancora poco, ma a Musk hanno fatto molto piacere le parole del ministro leghista, che in un convegno ha definito il tycoon "uno dei principali geni innovativi", augurandosi che possa lavorare molto di più con l’Italia. Nella mente di Salvini c’è l’idea di trasformare il Paese in un grande polo di attrazione per i capitali stranieri interessati a investire nella creazione di un sistema di avanguardia internazionale per l’innovazione. Ma prima di fare – eventualmente – tappa a Roma, Musk dovrà rimettere insieme i pezzi del suo gioiello, che al momento pare in via di scomposizione. Molti ingegneri di Twitter, non sentendosi impiegati di stato o a inseriti in un modello di tipo “cinese“, digeriscono molto mal volentieri i diktat del nuovo padrone del vapore.

In queste ore Elon sta mandando messaggi – anche accorati – al personale di Twitter, chiedendo in particolare agli ingeneri di fascia alta di prendere il primo aereo, dovunque si trovino, e volare al quartier generale di San Francisco per salvare il salvabile, proponendo loro anche un incontro di persona, alla stregua di un’udienza papale. Se il personale di Twitter, dopo i licenziamenti forzati, è rimasto ufficialmente a circa 3500 unità, secondo alcuni esperti citati dal New York Times nelle sole giornate di giovedì e venerdì più di 1200 specialisti se ne sarebbero andati spontaneamente, lasciando la compagnia con poco più di 2200 persone. Per molti analisti uno staff così ridotto è da considerare insufficiente per il mantenimento e la gestione quotidiana di un colosso che divora e conserva miliardi di dati ogni ora.

Oltre alla rivoluzione nella forza lavoro, l’imprevedibile Musk ha riabilitato alcuni siti che erano stati bloccati e ha promesso che ci sarà molta meno tolleranza per la pubblicazione di materiale falso, violento e sconveniente; il patron, però, non se l’è sentita di decidere da solo la riabilitazione o meno di Donald Trump. Se le percentuali di 60% contrari e 40% favorevoli dovessero trovare conferma alla scadenza del referendum, Trump rischierà di rimanere muto proprio nel momento in cui sta scoprendo che le sue urla e i suoi falsi slogan cominciano a fare sempre meno presa anche tra i repubblicani.