Il sogno dopo le bombe di Kiev "Mi rifarò una vita col mio bimbo"

Laureata in pianoforte in Ucraina, insegnava nel Pesarese. Il lavoro al ristorante: "Una dipendente modello"

Migration

di Anna Marchetti

FANO (Pesaro e Urbino)

Si è salvata dalle bombe russe, ma non dall’ex marito che l’ha uccisa pur di non concederle quella libertà che Anastasiia pretendeva. Quella stessa valigia usata per fuggire dall’Ucraina in guerra, che aveva rappresentato il sogno di un futuro possibile, in Italia, per lei e per il suo bambino di due anni, è diventata la sua tomba. In quella valigia, abbandonata nelle campagne fanesi, è stato ritrovato il corpo di Anastasiia senza vita, in quella valigia si sono spenti i sogni e le speranze di quella giovane donna e ed è stato reso incerto il futuro di un bambino che, a soli due, si ritrova senza mamma e con il padre in carcere con una accusa pesantissima.

A prendersi cura del piccolo, almeno momentaneamente, sembra ci abbia pensato il parlamentare Mirco Carloni che la notte scorsa si è presentato alla caserma dei carabinieri, insieme alla moglie, per portare il bambino a casa con loro. Un gesto di affetto verso la mamma Anastasiia che era una dipendente del ristorante della famiglia Carloni (lo gestisce Martina, sorella di Mirco Carloni): "Per mia sorella, per me e per tutto il personale che lavora Dalla Peppa, quello che è accaduto è una storia sconvolgente di cui nessuno ancora se ne capacita. Mia sorella mi ha parlato di Anastasia come di una dipendente modello, inappuntabile e sempre puntuale sul lavoro".

Ora la decisione sul futuro del bambino è nelle mani del Tribunale dei minori di Ancona, mentre si attende che arrivi in Italia dall’Ucraina la nonna materna. Sotto choc per quanto accaduto c’è una città intera (Fano non è mai stata teatro di un femminicidio) e tutti coloro che in questi mesi hanno avuto occasione di conoscere Anastasiia: una ragazza decisa a ricominciare e che aveva portato con se dall’Ucraina anche la sua grande passione per la musica e per il pianoforte. Laureata in musica, da settembre la 23enne ucraina aveva iniziato a insegnare nella scuola Bramucci dell’Age. Un impegno pomeridiano che ben si conciliava con il lavoro al ristorante l’Osteria della Peppa.

Prima che la guerra mettesse tutto in discussione, Anastasia era stata un’ insegnante di musica per 5 anni, docente di pianoforte alla Luki Kids Club di Kiev e di arte musicale nella scuola primaria e secondaria della città ucraina di Uzhorod. Insomma una ottima maestra di musica, che era anche una brava corista e che si era perfettamente inserita nell’ambiente della scuola musicale fanese, ben accolta dalle mamme dei suoi alunni. "Aveva tutti requisiti per insegnare – commenta il direttore Luca Ferretti – ci aveva fornito un curriculum piuttosto ricco.

Anastasiia era così contenta di questo lavoro e di insegnare ai bambini che aveva pensato di iscrivere anche suo figlio. Parlava un inglese fluente che usavamo sempre nelle nostre conversazioni, ma aveva anche un’ottima conoscenza della lingua italiana". Insomma una situazione, quella di Anastasiia, che non faceva immaginare, a chi aveva l’occasione di incontrarla, il drammatico epilogo di un femminicidio. Da poco tempo aveva completamente voltato pagina, trovando un nuovo compagno dal quale si era trasferita a vivere. È stato lui stesso a dare l’allarme ai carabinieri non vedendola più tornare.