Saman, il silenzio di chi teme di giudicare

L'Islam e le donne

 Se lo confrontiamo con gli altri femminicidi, purtroppo numerosi, quello di Saman non è stato trattato dai media con la stessa indignazione: la notizia è sempre velata da un certo imbarazzo, anche se si tratta, pure questa volta, dell’uccisione di una donna che sceglie di essere libera, di fare quello che desidera della sua vita. Ma qui a ucciderla non è un uomo arrabbiato con lei e cattivo, bensì un sistema familiare che applica la sua cultura tradizionale, secondo la quale le donne che disobbediscono vanno punite. Deprecare questo omicidio significa quindi giudicare negativamente una cultura e una religione diverse dalle nostre, e per questo macchiarsi di un peccato capitale

Il peccato capitale è quello di eurocentrismo e di mancanza di rispetto per l’altro. Si tratta del tipico caso – ma non il primo né l’ultimo – in cui il nostro sistema di valori e la nostra concezione dei diritti entrano in una paralizzante conflittualità: per non rischiare di essere considerati antifemministi (se non misogini) oppure presuntuosi difensori dei valori occidentali (e magari perfino della tradizione cristiana) si è preferito parlare poco del caso e accentuare la responsabilità dello zio, accusato di essere islamista, invece di riconoscere la solidarietà nel delitto di una intera famiglia, madre compresa. Se ci fondiamo su un sistema giuridico positivo, in cui sono gli esseri umani che di volta in volta decidono cosa è giusto o sbagliato, questo imbarazzante conflitto è inevitabile.

Analizzando ancora l’episodio potremmo scoprire che quanti non si sentono di giudicare negativamente la cultura ’altra’ in nome della libertà individuale sono spesso gli stessi che poi combattono per difendere il matrimonio degli omosessuali e il loro diritto a fondare una famiglia, che ovviamente le culture islamiche proibiscono con molta più severità delle nostre leggi occidentali. Un altro cortocircuito.

È quindi evidente che il sistema dei diritti può funzionare solo all’interno di una cornice morale complessiva, cioè quella del diritto naturale che si oppone fermamente a ogni forma di omicidio. Ma il diritto naturale oggi gode di una cattiva fama, perché richiama immediatamente l’esistenza di una realtà che trascende gli esseri umani ed è considerato un pericolo per la secolarizzazione imperante. E la povera Saman, che ci sorride nelle fotografie umiliata da un velo, o libera e finalmente graziosa, ne fa le spese.