Martedì 23 Aprile 2024

"Il siero non è di destra o sinistra Con l’obbligo domineremo il virus"

L’immunologo Abrignani (Cts): "La copertura totale lo renderà endemico. Partiamo dai dipendenti pubblici"

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di Pino Di Blasio

"In Italia sta passando uno schema secondo il quale chi è favorevole ai vaccini è di sinistra e chi è contro è di destra. È una colossale sciocchezza. Spero che alcuni politici che cavalcano le tesi dei No Vax non pensino veramente quello che dicono. Davanti a 138mila morti per la pandemia e a un Paese che ha perso il 10% della ricchezza, non si può essere irresponsabili". Il professor Sergio Abrignani, immunologo all’Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, continua la battaglia a favore delll’obbligo vaccinale.

La Fda ha approvato in via definitiva il vaccino Pfizer. Come valuta la decisione?

"Fino a due ore fa il vaccino Pfizer BioNtech negli Stati Uniti veniva somministrato grazie a un’autorizzazione d’emergenza. Ora non ci sono più alibi, quel vaccino è sicuro e anche l’Ema è pronta all’ok . Un’altra arma tolta ai No Vax".

Cosa accadrà in autunno?

"Speriamo che la pandemia diventi un’endemia, con un numero basso costante di infezioni. Per arrivare a questo bisogna che i vaccinati siano almeno l’85% della popolazione. A ottobre potremo farcela, poi toccherà vaccinare quell’8% di bambini sotto i 12 anni. E puntare alla soglia dei resistenti al vaccino".

Lei pensa sia l’8% la quota di No Vax in Italia?

"È una stima, ma si basa su numeri reali. Ci sono 2 milioni di non vaccinati tra i 50 e 60 anni, altri 2 milioni oltre i 60 anni. Sono i più esitanti, molti sono No Vax. Chi muore per il virus ora è per il 97% non vaccinato, stessa percentuale per chi è ricoverato nelle terapie intensive. È la fascia d’età dai 50 ai 70 anni che si ammala più gravemente".

Può bastare l’85% di vaccinati per ritornare alla normalità?

"Guardiamo alla Gran Bretagna, che ha iniziato due mesi prima di noi a vaccinare. In estate hanno registrato 60mila contagiati al giorno e 70-80 morti, poco sopra l’1 per mille. A febbraio, con gli stessi contagi i morti erano 1.500 al giorno. L’incidenza del vaccino è evidente, nonostante i contagi siano alti a causa delle varianti prima Alfa e poi Delta. Se non avessimo vaccinato in Italia, i morti sarebbero stati da 15mila a 18mila al mese, come nel periodo più duro da novembre a marzo".

Quale dovrebbe essere la soglia di mortalità tollerabile?

"L’obiettivo sarebbe non avere nessun morto al giorno. Ma può bastare raggiungere la letalità dell’influenza stagionale. In tempi normali da novembre a marzo prendono l’influenza dai 4 ai 12 milioni di italiani e ne muoiono da 4mila a 15 mila. Uno su mille per complicazioni varie, perché è anziano, fragile o ha altre patologie. Oggi un contagiato su 50 muore di Covid. Dobbiamo abbassare questa soglia, si può farlo solo con i vaccini".

L’obbligo serve per vaccinare i 4 milioni di resistenti?

"Abbiamo tanti vaccini efficaci e stiamo ancora a discutere sull’obbligatorietà. È prevista per la difterite e la polio, molto meno contagiosi e letali del Covid. È surreale, non capisco cosa aspettiamo. Non è un problema di libertà, ma di protezione di mezzo milione di italiani fragili lasciati alla mercé di chi potrebbe ucciderli infettandoli".

Estenderebbe la legge 76 sull’obbligo per gli operatori sanitari ad altre categorie?

"Comincerei da tutti i dipendenti pubblici e da chi interagisce con il pubblico. Ma il Comitato tecnico scientifico è un organo solo consultivo e ha Brusaferro come portavoce. Qualunque scienziato o ricercatore vuole l’obbligo vaccinale. Perché è vero che un vaccinato su 4 può infettarsi di nuovo, ma non va in terapia intensiva e non muore di Covid".