Il sì di Aifa alla terza dose ai fragili Le Regioni: "Partiamo subito"

Oms controcorrente: sia l’eccezione. Ma Ginevra chiede una moratoria sui nuovi richiami sino a fine anno

di Giovanni Rossi

Manca solo l’ufficialità, ma la decisione è presa. Il comitato tecnico scientifico dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, dà il via libera alla terza dose vaccinale anti–Covid. Già tra la fine di settembre e i primi di ottobre partirà la campagna di richiamo dei pazienti fragili immunodepressi, per un totale di tre milioni di italiani. Per questa platea molto specifica già a luglio si era speso il Comitato tecnico scientifico lanciando l’ipotesi di un richiamo supplementare da sottoporre al vaglio dell’Aifa. Una volta ottenuto il placet, le Regioni convocheranno i prescelti. I governatori già scalpitano: "Prima si parte meglio è", sintetizza Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza Stato-Regioni. "Io farò la terza, la quarta, la quinta ed anche la sesta dose, se sarà necessario", alza la posta il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Il cronoprogramma immaginato dal governo, sentito il commissario Francesco Figliuolo, prevede di coprire il prima possibile i fragili, per poi passare in dicembre ad Over 80 e ospiti nelle Rsa (categorie con notevoli sovrapposizioni), e in gennaio al personale sanitario. Ma il piano in gestazione si scontra, a livello tecnico ed etico, sia con le perplessità dell’Ema (l’ente regolatore europeo) sia con il circostanziato appello dell’Oms per una moratoria sulle terze dosi almeno sino a fine anno. Secondo l’ultima presa di posizione dell’Ema, "sulla base delle prove attuali, non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale". E secondo l’Oms, la terza dose va riservata esclusivamente "alle popolazioni più a rischio, ove ci siano evidenze di una riduzione dell’immunità contro la possibilità di sviluppare Covid grave e morte". Come ad esempio "nelle persone immunocompromesse che non hanno risposto sufficientemente alle dosi iniziali o che non producono anticorpi".

Per il resto, nessuna fuga in avanti. "Non vogliamo vedere un uso diffuso di richiami per persone sane completamente vaccinate – spiega il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus –. Un mese fa ho chiesto una moratoria globale sulle dosi di richiamo sino alla fine di settembre. Ora chiedo che la moratoria venga estesa almeno alla fine del 2021, per consentire a ogni Paese di vaccinare almeno il 40% della popolazione". Difficile che l’appello possa essere accolto in termini così stringenti. Ogni Paese si appresta infatti a predisporre piani supplementari, sia nell’ipotesi di nuovi varianti sia in relazione a specificità nazionali: per l’Italia una platea di grandi anziani particolarmente a rischio.

"Io sarei dell’idea di fare subito la terza dose agli anziani assieme agli immunodepressi. Pensare di vaccinare gli anziani a dicembre equivale a non metterli in sicurezza per l’inverno – mostra impazienza il governatore veneto Luca Zaia –. Ci inquieta questa storia di stare qui ad attendere". L’altro interrogativo riguarda chi ancora non si è vaccinato. "Faccio un appello a chi deve ancora vaccinarsi di farlo al più presto, c’è posto ed è bene sfruttarlo prima che se si vada alla terza dose, perché poi si finisce in ultima fila", mette in guardia Zaia. Tra i renitenti – secondo le stime della Fnomceo – ci sono anche 1.500 medici No vax. "Ora che molti hub sono ancora in funzione, occorre incrementare la campagna di sensibilizzazione nei confronti degli ultracinquantenni non vaccinati prima che sia troppo tardi", sottolinea la forzista Anna Maria Bernini. La tabella di terapie intensive e decessi non mente: intubati e deceduti sono quasi tutti non immunizzati. Una follia, visto il ciclo di nuovi richiami già alle porte. Per Anthony Fauci, il più celebre immunologo degli Stati Uniti, la terza dose anti-Covid è "una buona idea".