Il seggio di Siena non è blindato Per Letta sarà una battaglia vera

Tre anni fa Padoan ottenne il 36% dei voti, il centrodestra il 32 e i grillini il 22

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La campagna elettorale per le suppletive di Siena si sta scaldando. Per il momento sono due le candidature già definite: quella del centrodestra unito, che punta su Tommaso Marrocchesi Marzi, imprenditore del settore del vino e del petrolio (è presidente del cda di Air Bp Italia) e quella del Pd senese. Proprio sabato scorso a Montalcino è stata ufficializzata la candidatura del segretario nazionale, Enrico Letta (nella foto), che ha riflettuto a lungo prima di accettare la proposta dei senesi di presentarsi per correre per il seggio lasciato vacante da Pier Carlo Padoan, dimessosi per passare alla presidenza di UniCredit.

Lo stesso Letta alla conclusione del suo intervento ha voluto sottolineare che in caso di insuccesso "ne avrebbe tratto le conseguenze".

Il temuto insuccesso è motivato. Qualche anno fa infatti quello di Siena poteva essere definito un collegio molto sicuro, ma oggi lo è un po’ meno. Padoan fu eletto deputato con il 36,18% dei voti contro il 32,28% di Claudio Borghi, candidato della coalizione di centrodestra, mentre il M5s con Leonardo Franci arrivò al 22,40%.

Il problema per Letta è costruire una coalizione sicura, soprattutto cercando un accordo con Italia Viva: "Meglio una donna", sosteneva la capogruppo Iv alla Camera Maria Elena Boschi, mentre Stefano Scaramelli, uno dei leader toscani di Iv, ha tuonato: "Ho sentito Letta 5 giorni fa, poi non s’è fatto più sentire". L’incognita riguarda anche i pentastellati, che non sembrano essere presenti in maniera efficace nella realtà politica locale. Poi c’è tutta la variegata area a sinistra del Pd, da cui non sono mancate critiche alla scelta del segretario Enrico Letta.

red.pol.