Il salotto buono dei popolari Ue apre a Meloni

Bruno

Vespa

Giorgia Meloni è convinta di aver sfondato a Bruxelles il ‘tetto di cristallo’ della diffidenza verso la destra italiana e di aver stabilito anche con Ursula von der Leyen una ragionevole intesa personale premessa per ogni futuro proficuo dialogo. Con Roberta Metsola giocava in casa: Fratelli d’Italia ha contribuito con la Lega alla sua elezione a presidente del Parlamento europeo. E il fatto che Manfred Weber, leader dei Popolari a Bruxelles abbia condiviso con Raffaele Fitto l’agenda del viaggio della Meloni, dimostra che il presidente del Consiglio italiano è entrato nel salotto buono comunitario, in vista di un’alleanza tra Conservatori (di cui Meloni è presidente) e Popolari per escludere i socialisti dalla torre di controllo di Bruxelles.

Par di capire per ora che esistono buone possibilità per raschiare il fondo del barile e raccogliere una somma decente per attenuare il costo delle bollette. Non sappiamo a quali risultati porterà la svolta sull’immigrazione. Le Ong raccolgono solo una parte minoritaria dei profughi, ma che una svolta occorresse è indubbio. Non sappiamo che fine faranno le navi tedesca e norvegese in arrivo dopo il salvataggio dei minori e dei fragili. Ma non è possibile andare avanti come negli ultimi anni. Il fatto che la Francia ieri si sia offerta di dare una mano è forse un primo frutto del dialogo Meloni-Macron. Un altro provvedimento identitario che ha fatto arricciare il naso all’opposizione è il ‘decreto Rave’. Va migliorato perché non ci siano equivoci sulla libertà di riunione e di manifestazione, ma quel che è accaduto a Modena è straordinario. Se i ragazzi hanno accettato con buon senso l’invito a uscire dal capannone è anche frutto della loro consapevolezza che lo sgombero ci sarebbe stato comunque. Le immagini mai viste prima di giovani che puliscono perfettamente un luogo di occupazione sono rivoluzionarie. Siamo arrivati al punto che la normalità è rivoluzionaria. Roba da matti…