Mercoledì 24 Aprile 2024

Il rivoluzionato calendario del campionato

Corrado

Piffanelli

Dopo l’addio ai numeri tradizionali sulle maglie, all’orario unico, al colore storico delle divise, al giudizio unico dell’arbitro, e perfino al gol doppio in trasferta nelle coppe europee, ieri abbiamo congedato un altro pezzo di tradizione del calcio, ovvero il calendario delle partite speculare tra andata e ritorno. La curiosità liturgica con la quale si attendeva il susseguirsi delle partite è stata sostituita dalla ricerca spasmodica della propria squadra in un mare di date senza apparente logica. In realtà un motivo c’è.

Il calendario deve rispondere ad una serie di vincoli: le concittadine devono giocare alternate, nei turni infrasettimanali non devono esseci gare a rischio, chi gioca in coppa deve avere almeno tre giorni prima della successiva gara e devono essere garantite alle tv le gare previste dal contratto, divise per prima e seconda fascia, top club e altri, gare del sabato, domenica, dell’ora di pranzo, della sera, eccetera. Fino all’anno scorso è stato possibile rispettare tutti questi vincoli mantenendo anche la simmetria del calendario ma è stato un miracolo. A far cadere il tutto è stata l’Europa League: le gare al giovedì vincolano molto la programmazione, di fatto scartando i team dal sabato e dalla domenica pomeriggio.

Ma tra andata e ritorno la coppa coincide con giornate diverse, di qui l’idea di far cadere un’altra tradizione

come hanno fatto Inghilterra, Francia e Spagna. Da cui però non abbiamo molto da imparare, a giudicare dai fatti.