Martedì 16 Aprile 2024

"Il ritmo lento delle lumache mi ha salvato"

Cambio vita e punto sulla natura: Martino Crespi ha scelto le lumache

Martino Crespi

Martino Crespi

Roma, 19 aprile 2021 - Martino Crespi a 57 anni era un uomo di corsa intorno al mondo: un evento ogni due giorni con i grandi brand del lusso, 6 milioni di fatturato. Ora sta con le lumache. Che non sono lente come si pensa, solo flemmatiche. E l’hanno salvato due volte: dal naufragio del Covid e dalla vita di prima che lo stava portato fuori rotta. Cinque soci e un’impresa nel legnanese, il ’1,618 Lumachificio Aureo’: 500mila esemplari allevati col protocollo sostenibile ’Chiocciola Metodo Cherasco’

Mentre l’Italia si fermava, voi siete partiti. E avete scelto il numero della proporzione divina: dalle piramidi alle Gioconda alla chiocciola.

"Rende l’idea: equilibrio e bellezza. E molti, senza stipendio da un anno, diranno ’bravo te che hai soldi e puoi permettertelo’. Lo so, lo so: se avessi dovuto dare da mangiare ai miei figli, altro che lumache. E io rispondo: è stato il mio modo di non piangermi addosso. Non ho risollevato le mie sorti economiche, ma il mio stato fisico e mentale. Bandito per primo, ultimo a tornare in pista. Non mi sono lamentato. Ho reagito".

Ma perché proprio le lumache?

"Un amico dentista mi stuzzicava con la campagna: rallentiamo, diversifichiamo. E io a dirgli che non avevo tempo. Finché sui social ha trovato questo allevamento di chiocciole ed è tornato alla carica: vieni almeno a vederlo. Lì è successo qualcosa".

Dice il proverbio: con la calma la lumaca va dove vuole.

"Il luogo è stato la madeleine. Io, milanese deportato in provincia da un padre veterinario di campagna, cresciuto dai 7 ai 21 anni fra gli animali a Castano Primo, ritrovavo le atmosfere delle cascine lombarde, l’albero degli zoccoli. Ho detto all’amico: prendilo, ci sto. Convinto che non me ne sarei occupato nemmeno per mezzora. Invece adesso ho una lumaca che passeggia sulla mia mano".

Siete lei, il dentista, un dirigente d’azienda, il suo direttore di produzione e la sua compagna cantante lirica che fa ascoltare Madama Butterfly alle chiocciole.

"È provato: la musica le rende felici. Stiamo addirittura pensando a un impianto di filodiffusione, così sono contente anche le piante".

La descrivono come un leone. O uno squalo. Metamorfosi straordinaria.

"Tornerò al mio lavoro appena sarà possibile, ma con uno spirito diverso. La lumaca è affascinante, intelligente e lenta quando vuole lei: ti giri e in un attimo ha fatto 50 metri. Io che vengo da stagioni frenetiche mi sono inchinato e ho imparato a muovermi in maniera diversa. In quest’anno ho frequentato mia madre ultranovantenne più che nei 15 precedenti. Ho avuto tempo per i miei figli. Ringrazio la pandemia che mi ha detto: fermati, dove vai, cosa stai facendo. Sarò un leone diverso".

Si dice che voglia rendere “cool” la lumaca.

"Ho chiesto un rilancio a 12 chef di fama, qualcuno ha pensato alla raclette, qualcuno al maki sushi. È carne ricca di proteine e povera di grassi. E poi c’è la cosmetica…"

Sì, ma lei con le chiocciole ha una relazione. Le mangia?

"Non ci penso nemmeno".