Venerdì 19 Aprile 2024

Il risiko delle nomine è già iniziato Ma Tajani blinda Descalzi all’Eni

Stop alla Lega che chiede un "cambio di passo" sulle controllate pubbliche. Resta aperta la partita per Enel. Una settantina le poltrone da rinnovare ai vertici delle partecipate: Meloni vuole rispettare le quote rosa

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di Alberto Levi

C’è la Lega che vuole un "cambio di passo per Enel e Eni". C’è Forza Italia che, invece, si schiera a difesa dell’attuale amministratore delegato del cane a sei zampe, Claudio Descalzi. E c’è, soprattutto, la premier, Georgia Meloni, che vorrebbe agire in "solitaria", senza aprire un “tavolo nomine“ a Palazzo Chigi, sulla falsariga di quello che Berlusconi inaugurò con il fidatissimo Gianni Letta, ai tempi del suo governo. Insomma, la partita per il rinnovo dei vertici delle principali aziende pubbliche è cominciata. La Lega non ha nessuna intenzione di recitare la parte dello spettatore su scelte che ipotecheranno caselle importanti del potere economico nei prossimi tre anni. Sono circa una settantina, infatti, le poltrone che ballano nelle nomine di primavera. Ma il numero è destinato a raddoppiare considerando anche quelle in scadenza l’anno prossimo. Il conto alla rovescia è già cominciato, dal momento che le liste dovranno essere presentate dal Mef fra la fine di marzo e la metà di aprile. In tempo utile per le assemblee che dovranno ratificare le scelte entro maggio.

Ieri, a gettare un sasso nello stagno è stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha blindato di fatto Descalzi al vertice dell’Eni: "Berlusconi ne dà un giudizio molto positivo, si sono parlati più volte e se devo dare un giudizio come ministro degli Esteri, lui lavora molto bene. Il governo deciderà, ma per quanto mi riguarda non posso che dare un giudizio positivo. Descalzi ha fatto sempre bene gli interessi dell’Italia". Orientamento condiviso anche da Fdi, ma che non è stato digerito ancora dagli uomini di Salvini. Che, in cambio della riconferma di Dascalzi, vorrebbero almeno battere un colpo sulla presidenza dell’altra grande controllata pubblica, l’Enel.

Così, nelle ultime ore, sarebbe partito un sondaggio riservatissimo con l’attuale presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che potrebbe trasferirsi al vertice dell’azienda energetica. Come avvenne qualche anno fa con la Marcegaglia. Solo che, questa volta, dovrebbe lasciare la poltrona di viale dell’Astronomia un anno prima della fine del suo mandato. In corsa per l’Enel ci sarebbe anche Stefano Donnarumma, che potrebbe trasferirsi da Terna. O anche Paolo Gallo, ad di Italgas, altro manager che piace a Fdi. La presidenza del colosso dell’energia potrebbe finire, invece, nelle mani di Paolo Scaroni, vecchia conoscenza di Berlusconi.

Unico ostacolo, l’intenzione della premier di rispettare le "quote rosa" garantendo al vertice delle aziende pubbliche un’adeguata rappresentanza di donne manager. Fra le altre nomine di peso c’è sicuramente quella di Leonardo, dove l’attuale ad, Alessandro Profumo, sembra arrivato a fine corsa, anche per le sue vicende giudiziarie relative a Mps. Al suo posto scalda i muscoli Roberto Cingolani, che dopo l’esperienza con il governo Draghi, ha avuto molti contatti con l’attuale premier. Ma nel menù del governo c’è, ovviamente, anche la partita della Rai, dove l’ad Fuortes è dato in partenza. Nessun problema, invece, per la riconferma di Matteo Del Fante alle Poste. Così come, almeno per ora, non è in discussione la poltrona di Dario Scannapieco alla Cassa Depositi e Prestiti.

Fra gli incarichi in scadenza anche quelle di Trenitalia e Rfi, che formalmente dipendono dal ministero dei Trasporti, e quindi dal leader della Lega, Salvini. Sono due poltrone importanti, soprattutto perché da qui passano decine di miliardi di investimenti del Pnrr. Fra i nomi che circolano quelli di Stefano Siragusa e Arrigo Giana, ad della milanese Atm.