Venerdì 19 Aprile 2024

Il rinnovamento della politica? Questione di età

Gabriele

Canè

Alla fine la ruota gira. Normale. Così capita che Elly Schlein, 37 anni, si candidi alla segreteria del Pd attaccando Renzi che lo avrebbe distrutto, ma lo aveva pure rilanciato prendendone la guida a 38. E che lui si permetta di spiegarle che se non rottamava, lei era ancora in ultima fila e non si poteva proporre come l’anti Meloni che di anni ne ha la bellezza di 45, però Fratelli d’Italia lo ha fondato alla fatidica soglia dei 37. Se non fosse una definizione a rischio, potremmo dire che tutto va secondo natura. E che non è un caso che la leadership più "datata" di gente come Salvini, che in primavera ne farà 50, sia messa in discussione. Certo c’è sempre Berlusconi a tenere alta la media, con Conte (58) che fa da cuscinetto, essendo però il più fresco di tutti sulla scena. Del resto, niente di nuovo sotto il sole anche di una (presunta) gerontocrazia come l’Italia: D’Alema, Fini e Casini sono diventati deputati a meno di 30 anni quando per entrare in Parlamento non bastava qualche clic a 5Stelle, ma servivano decine di migliaia di preferenze. Intendiamoci: il mondo, compreso quello politico, resta affollato di gente matura che corre verso il futuro, e di "maturandi" che corrono al massimo dal divano al frigorifero. I primi produttori di cellulari avevano tra i propri "collaudatori" molti teenagers, ma anche l’ultra ottantenne Cossiga, geniaccio delle tecnologie. Oggi le epoche si incrociano, e Giorgia Meloni posta sui social gli appunti che prende su un taccuino in ogni momento della giornata. Tutto questo per dire cosa? Che se fino a poco tempo fa ci lamentavamo perché giravano sempre "le stesse facce", oggi evitiamo di storcere il naso perché "guarda in che mani finiamo"; che allora come oggi i giovani escono allo scoperto, e i più grandi tengono le posizioni. Inevitabile. Alla fine la ruota gira. Se bene o male, siano primarie Pd o elezioni vere, comunque, lo decidiamo noi.