Covid, i governatori: "Basta colori delle regioni"

Le proposte dei governatori per impedire la frenata di mobilità e consumi. La Federazioni dei medici: "Non è tempo di sconti"

Green pass, controlli in bar e ristoranti

Green pass, controlli in bar e ristoranti

In attesa che si spenga la pandemia, le Regioni provano a spegnere i colori. La proposta è questa: vivere in zona rossa come in zona bianca, eliminando il sistema geocromatico di identificazione territoriale e corrispondente livello di restrizioni (seppur attenuate nel tempo a forza di revisioni normative). Incassato con riluttanza il no del ministero della Salute alle richieste di modifica del conteggio dei ricoveri Covid, con incorporato beneficio statistico protettivo rispetto alla certezza dei declassamenti, i governatori si ritrovano attorno al nuovo progetto creativo di fare a brandelli fasce e colori. "Un intendimento di base – spiegano fonti regionali – per garantire massima possibilità di spostamento e tutela delle attività economiche, evitando chiusure".

I colori delle Regioni da lunedì 17 gennaio

La valutazione di fattibilità trae argomenti, conforto e coraggio "dall’introduzione del Super Green pass nei diversi ambiti della vita sociale e lavorativa" e dalla probabile flessione della curva epidemica prevista entro le prossime due settimane. Ma nel caso il tema ’colori ’entrasse davvero in discussione, ci sarebbero anche incognite e ricadute immediate da gestire. Qualche esempio? A sistema cromatico azzerato, cambierebbe in ogni fascia anche la percentuale di capienza sui mezzi di trasporto pubblico. Ancora: in zona arancione decadrebbe il divieto di spostamento tra Comuni per chi non ha il certificato verde rafforzato. Ma le novità più eclatanti emergerebbero in caso di zona rossa, dove – secondo l’ipotesi allo studio – gli spostamenti sarebbero possibili ovunque e tutte le attività economiche resterebbero regolarmente aperte per chi ha il super pass (tranne le discoteche oggi chiuse).

Altre proposte dal mazzo? Ecco le carte che i governatori sventolano in faccia a governo e Cts (specie se il sistema geocromatico resistesse): si va da non limitare esclusivamente alle zone rosse la possibilità per i governatori di emanare ordinanze sulla sospensione delle lezioni in presenza, ad eliminare la quarantena prevedendo solo auto-sorveglianza per quelle persone positive al Covid ma asintomatiche che hanno fatto la dose booster; o, in alternativa, imporre una quarantena di soli cinque giorni. Ancora: togliere l’obbligo del test al termine dei cinque giorni di auto-sorveglianza per coloro che hanno avuto un contatto stretto con un positivo; evitare di sospendere il Green pass ai positivi asintomatici con dose booster; alzare all’80% la capienza su bus e treni locali anche in zona arancione. Perché, secondo i governatori, "con le scuole in presenza e il minor utilizzo dello smart working, non si è in grado di portare studenti e lavoratori a scuola e sul posto di lavoro, vista l’attuale percentuale di trasporto del 50%".

Di tutt’altra idea la Federazione nazionale degli ordini dei medici: "Non abbiamo bisogno di sconti, ma di interventi per ridurre la pressione sugli ospedali – osserva il presidente Filippo Anelli –. Servono azioni di carattere restrittivo per raffreddare la curva e allentare la pressione sulle strutture. Pensiamo a chiusure selettive". Non certo alle ipotesi immaginate dai governatori.