Il rientro in classe è una festa a metà Fuori esplode la protesta: "Basta Dad"

Dall’Emilia-Romagna al Lazio: 640mila studenti in aula. Ma l’ira non si placa

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ROMA

Chi è entrato in classe euforico, chi preoccupato per interrogazioni e verifiche che si profilano fitte all’orizzonte per le prossime settimane. Ma dopo quasi due mesi e mezzo di didattica a distanza non c’è stato studente, ieri mattina, che non abbia tradito emozione nel rientrare in aula e sedere tra i compagni. Solo una parte però: l’ultimo Dpcm prevede infatti che si possano accogliere ogni giorno il 50% degli alunni e fino ad un massimo del 75%. Fuori, a protestare, ieri, sono rimasti in tanti: in diversi istituti nel Lazio ma anche in Molise e piazze italiane i ragazzi hanno manifestato perché, a loro dire, nulla è stato fatto per un ritorno in classe in sicurezza. A rimettere piede nei propri edifici scolastici sono stati circa 640mila studenti, ovvero gli alunni delle scuole superiori nel Lazio, in Emilia Romagna, in Molise e in Piemonte.

A far sentire la propria voce sono stati anche i tanti studenti esclusi dalla didattica in presenza o perché in zone rosse (come la Lombardia e la Sicilia) o perché in Regioni i cui governatori hanno firmato ordinanze che posticipano l’apertura. A Milano gli studenti hanno occupato un altro liceo, il classico Parini, che si trova nel centro città.

Oltre 6 ragazzi su 10, fra i 14 e i 19 anni, tengono "molto" alla didattica in presenza, e più del 54% afferma di soffrirne "molto" la mancanza. Sono alcuni dei risultati di un’indagine condotta dal Centro studi del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, consegnata al ministro, Lucia Azzolina. Secondo il report ad apprezzare la didattica a distanza sono meno di 4 studenti su 10 e solo il 12% dice di apprezzarla "molto". Si registra anche un sensibile calo della "fedeltà" alla partecipazione alle lezioni a distanza.