
"Giulia Cecchettin, dottoressa in Ingegneria biomedica". Se l’ex fidanzato non l’avesse uccisa, sarebbe andata così. Ma, in realtà, sarà così. Perché alla giovane studentessa veneta dell’Università di Padova sarà ufficialmente riconosciuto il titolo di laurea. Lo annuncia la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini: "Non riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua
laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi. È già dottore, manca solo la formalità. Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di amare". E lo conferma la professoressa Daniela Mapelli, rettrice dell’ateneo di Padova: "È un’iniziativa che riserviamo ai familiari di studentesse e studenti del nostro ateneo che muoiono prematuramente e che faremo anche in questa occasione. Quando sarà il momento ci metteremo in contatto con la famiglia con cui decideremo tempi e modalità, ora è il momento di rispettare il loro dolore".
La laurea di Giulia Cecchettin, insomma, è nei fatti. Ed è un riconoscimento meritato. Lo confermano anche le parole, schiette e commosse, del padre Gino: "Ringrazio tantissimo il ministro, in cuor mio è una cosa che è già avvenuta quel giovedì (il 16 novembre, ndr), lo vedete dai fiocchi rossi sul cancello di casa, non posso che ringraziare perché Giulia se lo è meritato".
Anche il ministro degli Esteri e vicepremier, AntonioTajani, caldeggia l’assegnazione della laurea, ma soprattutto annuncia la decisione di "dedicare a Giulia una serie di borse di studio agli studenti stranieri che vengono a studiare in Italia e sognano quello che sognava lei".