Il ricatto dell’Austria: "Più dosi o blocchiamo tutto"

L’Austria tiene in ostaggio l’Ue sui vaccini e negozia con Mosca un milione di dosi di Sputnik. Sebastian Kurz, attaccato dalle opposizioni in patria che lo accusano di non aver saputo gestire gli acquisti dei sieri, batte i pugni sul tavolo dell’Unione minacciando di bloccare l’acquisto degli immunizzanti. Il ricatto di Vienna fa scalpore: Kurz, che già da tempo chiede una redistribuzione delle dosi fra i Paesi europei ha minacciato di bloccare 100 milioni di vaccini Pfizer per il quarto trimestre per tutta l’Unione, pur di accaparrarsi una quota più cospicua dei 10 milioni di immunizzanti che dovrebbero essere anticipati dal lotto, ad aprile. Una consegna destinata anche a tamponare le necessità dei Paesi più in difficoltà, tra cui però l’Austria non figura.

Il nuovo strappo è avvenuto alla riunione dello Steering board sui vaccini. La proposta di mediazione della presidenza di turno portoghese sarà discussa oggi al Coreper, ma la soluzione non sembra vicina. Per ottenere l’anticipo ad aprile di 10 milioni di dosi del Pfizer dal lotto di cento milioni, dovuto nel quarto trimestre, Bruxelles deve esercitare la sua opzione ora. Ma Vienna sostiene che la decisione sulla ridistribuzione deve essere presa all’unanimità, e conta sul sostegno di un pugno di Paesi: Bulgaria, Croazia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Tutti alleati rimasti scottati dal taglio di AstraZeneca da 120 a 30 milioni di dosi nel primo trimestre. Una coalizione nata per fare pressing e strappare un correttivo sulle consegne, guidata dal cancelliere austriaco.

Dal canto loro, gli altri partner Ue sostengono che non occorre una decisione specifica per la ripartizione dei 100 milioni di sieri perché vale la regola generale della popolazione di ciascun Paese, criterio seguito fino ad oggi. Dunque, le minacce di Vienna sarebbero vuote