Giovedì 25 Aprile 2024

Il ricatto del Qatar alla Ue "Le misure anticorruzione? Avranno impatti negativi sulle forniture di gas"

Doha infuriata per le misure che impediscono ai suoi diplomatici di entrare all’Europarlamento. Lo stato arabo punta ad aumentare di un terzo l’export di Gnl entro il 2026

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di Alessandro Farruggia

Non solo la Russia. Ora anche il Qatar potrebbe ricattare l’Europa con il gas. E non è una remota ipotesi, lo sta già ventilando. "Le misure prese dal Parlamento Europeo contro il Qatar, a cui è stato revocato l’accesso all’assemblea in relazione a un presunto caso di corruzione, avranno un impatto negativo sulle relazioni e i rifornimenti globali di gas" è il monito arrivato da fonti diplomatiche di Doha.

"La decisione di imporre una tale restrizione discriminatoria al Qatar – osserva una nota – limitando il dialogo e la cooperazione prima della fine del procedimento giudiziario, avrà un effetto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché sulle discussioni in corso sulla crisi energetica globale e sulla sicurezza; Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta". "Il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini – si osserva – eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato. È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo al fine di stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse". Acque agitate e nubi che si addensano sulle forniture di Gnl, il gas naturale liquefatto qatariota, quasi essenziale per sostituire quello russo reso impraticabile dall’invasione dell’Ucraina.

Il Qatar è l’Arabia saudita del gas liquido. L’anno scorso il Paese ha avviato la costruzione di quattro nuovi giganteschi terminali di produzione ed esportazione, investimenti che aumenteranno la sua capacità di esportazione di oltre un terzo entro il 2026. E Doha ha annunciato l’intenzione di costruire altri due terminali nel corso del decennio. Complessivamente, la capacita’ del Paese di produrre gas naturale liquido crescerà di oltre il 60%, raggiungendo i 126 milioni di tonnellate all’anno entro il 2.030. Le esportazioni energetiche del Paese, di cui il gas naturale è di gran lunga il più importante, sono raddoppiate quest’estate rispetto all’anno scorso. Lo scorso giugno Eni è stata selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East. È stato firmato il 19 giugno l’accordo di partnership per la creazione della nuova joint venture. QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%. La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto Nfe, che ha una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellateanno (Mtpa). Il progetto Nfe consentirà da solo di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar dagli attuali 77 Mtpa a 110 Mtpa. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari, dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 . Ma il su gas andrà davvero all’Europa o – dopo questa frattura – verrà inviato sui mercati asiatici? Incrociamo le dita.

Certo è che l’inchiesta continua. Oggi a Bergamo ci sarà l’udienza per l’estradizione in Belgio della moglie e della figlia di Panzeri, sinora detenute in Italia. Mentre giovedì a Bruxelles ci sarà l’udienza per la conferma dell’arresto dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili. Intanto continuano ad arrivare notizie sul filone marocchino dell’inchiesta, alla quale hanno contribuito, oltre i servizi belgi, anche, in Europa, quelli di Italia, Polonia, Grecia, Francia e Spagna.

Secondo il quotidiano spagnolo El Confidencial l’agente dei servizi segreti marocchini che ha supervisionato, a partire dal 2019, il presunto schema di corruzione nel Parlamento europeo a favore del Marocco si chiama Mohamed Belahrech, un agente della Direzione Generale degli Studi e della Documentazione (Dged), il servizio segreto estero del Marocco. Si tratta di una vecchia conoscenza del Centro nazionale di intelligence spagnolo (Cni) e della Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi), il controspionaggio francese, secondo fonti che hanno familiarità con l’indagine condotta dalla magistratura belga.