Il report: mortalità minima sotto i 50 anni. "È la prova che il Covid uccide i più deboli"

Il virologo Clementi: "Chi è avanti con gli anni spesso soffre di altre patologie. Berlusconi? Ecco come lo abbiamo salvato"

Coronavirus, la situazione della pandemia in Italia

Coronavirus, la situazione della pandemia in Italia

Sono 407 i pazienti sotto i 50 anni di età che sono morti risultando positivi al Coronavirus da quando è scoppiata l’epidemia. Si tratta dell’1% del totale. In particolare, 89 avevano meno di 40 anni e, di questi, solo 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo. È quanto emerge dal report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da Sars-Cov-2 in Italia, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), aggiornato al 4 ottobre e che mostra come nei tre mesi estivi sia anche aumentata l’età media dei decessi. "Il dato – scrive l’Iss in un tweet – può essere spiegato da maggiori conoscenze sull’infezione e maggiori capacità di cura". L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-Cov-2 è 80 anni ed è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella di coloro che hanno contratto l’infezione. Nel 91,3% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (febbre, tosse) compatibili con il Covid.

"Il report della Sanità conferma, numeri alla mano, quello che noi medici abbiamo osservato sull’andamento clinico del Covid da fine febbraio a oggi. Il virus uccide soprattutto la popolazione anziana: è quello l’anello debole. Il contagio si diffonde facilmente nella fascia d’età over 80". È sempre in trincea Massimo Clementi, direttore del laboratorio di virologia e microbiologia all’università Vita-Salute San Raffaele. I dati generali dell’epidemia, finalmente resi noti dal ministero, consentono di ragionare sulle cause. Proiettando una luce sul futuro.

Professore, colpisce il dato degli italiani sotto i 50 anni. Appena l’1,1% dei 36mila decessi li riguarda: 407 casi alla data del 4 ottobre. Il virus sceglie le sue vittime?

"Si può dire così. Al San Raffaele abbiamo preso l’abitudine di caratterizzare l’infezione, non vogliamo sapere soltanto se il paziente è positivo o negativo. Una domanda ci preme: quanto è potente la carica virale che l’ha aggredito? Se la carica è forte, i malati sopra gli 80 anni sono in grave pericolo".

Il motivo è ovvio?

"L’età avanzata comporta una particolare vulnerabilità. Si porta dietro altre patologie spesso severe, che complicano maledettamente il quadro clinico".

È stato così per Silvio Berlusconi, suo paziente illustre?

"Un cardiopatico di 84 anni: l’organismo ideale per un attacco frontale del Covid. Ci siamo trovati davanti a una carica virale mai vista prima. L’evoluzione positiva del caso si deve alla diagnosi precoce: il paziente asintomatico è diventato in poche ore affetto da polmonite bilaterale. C’è stato un rapido cambio nelle terapie".

Terapie vecchie o nuove?

"Un mix. Il report sottolinea che la prima cura anti Covid sono stati gli antibiotici. Scelta empirica ma obbligata fino all’esito del tampone, per arrestare un’eventuale polmonite batterica. Al secondo posto troviamo gli antivirali".

All’altro paziente illustre, in America, è stato somministrato un cocktail di anticorpi monoclonali. Funziona?

"Trump ha 74 anni, è sovrappeso e ha il colesterolo alto. Appartiene alla categoria ad alto rischio: negli Stati Uniti otto decessi su dieci riguardano uomini over 65. È stato bombardato con farmaci anticorpali. Li avremo anche noi, prima del vaccino: ci lavora Rino Rappuoli a Siena con ottimi risultati".

E l’antivirale Remdesivir?

"Nato per fronteggiare Ebola, si è dimostrato efficace contro il Covid perché ne blocca la propagazione. Ha due controindicazioni: costa molto e comincia a scarseggiare. Ma l’Europa s’è mossa per tempo".

Insomma la scienza mette in campo la contraerea?

"Il report confronta i primi due trimestri dell’epidemia fino ad agosto: si vedono i miglioramenti nell’approccio medico alla malattia".

Siamo nel terzo trimestre: che cosa succede ora?

"Troviamo un po’ di tutto, la situazione non è chiara. Però almeno vengono registrati come decessi da Covid quelli che lo sono realmente. Gli italiani hanno imparato a conoscere il Covid: vogliono trasparenza, non verbali secretati".

Professore, lei ha scaricato l’app Immuni?

"Si sono registrati in pochi, così non serve. Ha ragione il vice ministro Sileri, la gente ha paura di finire inutilmente in quarantena per due settimane. Bisogna accorciarla".

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