Sabato 20 Aprile 2024

Il reddito di cittadinanza "premia" i single

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Achille

Perego

Non è un Paese per famiglie ma per single. Che l’Italia abbia il record negativo della natalità con appena 404mila nascite nel 2020 e la spesa sociale per le famiglie molto più bassa che in Francia o Regno Unito, lo ha sottolineato anche il premier Mario Draghi. Se c’era bisogno di una conferma al fatto che in Italia per scelta o per necessità – a partire dalla disoccupazione giovanile cresciuta con la pandemia – è meglio essere single, è arrivata dall’ultima statistica su reddito e pensione di cittadinanza. Su 1.359,481 famiglie beneficiarie, secondo l’Osservatorio Inps, ad agosto 604.381 erano composte da una sola persona. Il 44,46% del totale, quindi, con un importo medio di 446 euro. E se le famiglie con almeno sei componenti hanno ricevuto un aiuto superiore (675 euro) sono appena 32.350, il 2,38%.

E non c’è bisogno di essere economisti per sapere che il potere d’acquisto di 446 euro per un single è ben superiore ai 675 di chi ha quattro figli. Si spiega così, anche con i numeri del reddito di cittadinanza, il problema demografico dell’Italia. Un Paese dove sono ancora troppo pochi i sostegni alle famiglie – nonostante l’arrivo del nuovo assegno unico – costrette a pagare di più le bollette della luce o del gas senza sconti (anzi aggravi) se i consumi aumentano. Ad essere penalizzate rispetto a un single con un solo reddito, nonostante i correttivi, quando serve l’Isee per ottenere un beneficio. E a vedere un Irpef che non fa differenza tra single e coppie con figli.