Martedì 23 Aprile 2024

"Il realismo da ritrovare"

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Riceviamo e publichiamo

Nel mio piccolo, è stato un test interessante. Il 20 luglio, dopo aver preso la parola in Aula per annunciare, unico senatore del centrodestra, il voto di fiducia a Mario Draghi, sapevo d’aver fatto la cosa giusta ma temevo non sarei stato capito. Troppa faziosità, troppa superficialità, pensavo. Sbagliavo. Nelle ore e successive, ho ricevuto migliaia di messaggi di cittadini di destra, di centro e di sinistra che elogiavano la serietà del gesto e sostenevano di aver ritrovato un barlume di fiducia nella Politica. La maggior parte di loro ha scritto proprio così, Politica con la maiuscola.

Quel voto isolato non aveva impedito all’inconsapevole Conte e ai consapevoli Salvini e Berlusconi di cacciare il premier più autorevole ed efficace della storia patria, ma con mia grande sorpresa era servito a riaccendere la speranza in un certo numero di elettori consapevoli e nauseati. Consapevoli dei rischi che incombono sull’Italia, nauseati dalla pochezza e dal velleitarismo di leadership precarie e demagogiche. Nulla unisce il polo di destra-destra se non la voglia di vincere, nulla unisce il polo di sinistra-sinistra se non la finzione di impedire la vittoria della destra. Nessuna proposta concreta per affrontare i problemi presenti e futuri dell’Italia: si evocano spettri, si alimentano paure, si promettono soldi facili a carico della fiscalità generale.

Credo che buona parte di quel 40% di potenziali astensionisti lo sappia. E se non lo sa lo sente. Perciò non intendono partecipare ad elezioni sempre più simili a una fiera della vanità e dell’inconcludenza. Restituirgli la fiducia persa e ricondurli al voto è un servizio alla Politica e alla democrazia, oltre che un investimento sulla tenuta e la qualità della prossima legislatura. È questo il compito del nascente polo liberale del buon senso e del realismo cui sta lavorando Carlo Calenda con l’aiuto di Matteo Renzi. Unica novità in un quadro politico pigramente attestato sulle sterili dinamiche della Seconda repubblica, incurante che quel ciclo politico sia terminato con la crisi di sistema che ha richiesto l’intervento di Mario Draghi. Siamo all’Anno Zero della Politica, ma pochi politici l’hanno capito.

Andrea Cangini

senatore di Azione