Mercoledì 24 Aprile 2024

Il re dei rebus: mi vengono di notte "Sono la rockstar degli indovinelli"

Compie 80 anni Rodolfo Ciarlanti, in arte Rudy. "Ho iniziato ad appassionarmi da piccolo grazie alla mia mamma". Acclamato dai fan alle convention di settore. "Le idee spuntano nei momenti più strani: a letto o durante una riunione"

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di Claudio Masseglia

Dalla sua matita sono usciti i rebus più difficili della storia dell’enigmistica italiana, roba da tenerti inchiodato al tavolo a ore per cercare la soluzione. Dietro allo pseudonimo di ‘Rudy’ c’è la firma di Rodolfo Ciarlanti, per oltre 20 anni figura di spicco dell’enigmistica italiana, tanto da essere acclamato a ogni convegno, un po’ come succede a una rockstar sul palco o un calciatore all’arrivo allo stadio.

Un punto di riferimento preciso per gli appassionati del settore, una firma da cercare con curiosità fra le pagine della storica Settimana Enigmistica e di altre importanti riviste specialistiche, di cui era il collaboratore di punta.

Ex funzionario del Comune di Spezia, 80 anni compiuti domenica scorsa, Ciarlanti racconta di essersi avvicinato a questo mondo "quando mia mamma – dice – comprava la Settimana enigmistica. Avevo 6-7 anni: un giorno mi sono cimentato in alcuni rebus, risolvendoli subito. Preso dall’entusiasmo sono andato avanti così per due anni", a suon di ‘A’ scritte rigorosamente senza ‘acca’, perché in enigmistica si fa così.

Passione riesplosa in tutta la sua verve ai tempi dell’università, grazie all’incontro con un altro enigmista spezzino, (Gianni Cerilli, alias ’Sprugolino’) e, di lì a poco, con Giancarlo Brighenti, considerato l’ideatore del rebus moderno. "Il mio primo rebus è uscito nel 1967 sulla Settimana Enigmistica, per alcuni anni me ne pubblicavano anche 2-3 a numero, al punto che altri collaboratori mi... chiedevano di lasciare spazio anche a loro".

Difficile, quando hai davanti il ‘re’ dell’enigmistica capace di vincere uno dietro l’altro i più prestigiosi concorsi nazionali. "E, quando andavo ai congressi, la gente mi veniva incontro", proprio come si fa con una celebrità, ricorda Ciarlanti.

Non mancano gli aneddoti a cominciare dal rebus più difficile creato in questi anni: "Ho disegnato un viale attraversato da una fenditura che andava fino a un pino, con l’aggiunta di una ‘E’. Soluzione? ’Alacre paesino alpino’: per tantissimi anni è stato il più votato fra i lettori di una delle riviste con cui collaboravo".

E quando parli con il massimo esperto del settore la domanda sorge spontanea: come nasce un rebus? "Viene da un’idea, ti metti lì e cerchi di proseguire la frase; a volte ci riesci, altre no. Le idee per un rebus poi ti saltano fuori nei momenti più strani. Mi capitava ad esempio durante alcune riunioni sindacali... Oppure prima di andare a dormire: buona norma è tenere un quaderno sul comodino, appuntarsi l’idea e proseguire il giorno dopo. Perché tanto se ti metti apposta alla scrivania e dici ‘ora butto giù un rebus‘ non ti viene proprio nulla". Rebus ma non solo. "Me la cavo bene anche con la crittografia" e, anche qui, non sono mancate le soddisfazioni come la vittoria di un importante premio.

"Si partiva dalla parola ‘domani’, la frase giusta era ‘quel che succede al giorno d’oggi’, giocando sul doppio significato di ‘succede’. Dopo vent’anni sulla breccia delle parole, da un po’ di tempo Ciarlanti ha deciso di appendere il rebus al chiodo. "L’enigmistica è un’arte dal punto di vista di chi la crea – dice – proprio per questo quando ho visto che la verve si stava affievolendo, ho deciso di smettere. E ora sono un enigmista-pensionato".