Mercoledì 24 Aprile 2024

Il razzismo è il vero male da curare

Davide

Nitrosi

Ci risiamo. C’è un’Italia da curare, afflitta da un male subdolo che periodicamente mostra i suoi effetti. "Non toccarmi, sei nero". Così è stato apostrofato da un paziente italiano di 59 anni un medico originario del Camerun, Andi Florin Nganso Fenjiep, 35 anni, che presta la sua opera al Pronto Soccorso di Lignano Sabbiadoro, in Friuli. Dagli insulti è nata una bagarre – il paziente rifiutava di farsi visitare – che ha costretto i carabinieri a intervenire. Il medico presenterà denuncia dopo aver reso diffuso su Facebook il video con l’insulto. Fin qui la cronaca. Ma cosa ci insegna questo episodio? Per prima cosa che non è un episodio isolato. Come ogni virus il razzismo non contagia tutte le persone, ma solo chi non ha anticorpi per evitarlo. La fragilità qui si chiama ignoranza. L’ignoranza verso altre culture, verso chi viene definito come diverso assumendo come fattore di diversità il colore della pelle. è un virus antico: questo razzismo becero e provinciale era stato diffuso dai libri di testo fascisti, dove gli etiopi e gli ebrei venivano dipinti in maniera offensiva. È il razzismo machista di Faccetta nera. Direte: son passati 80 anni. Vero, ma cosa si è fatto nel frattempo per vaccinare gli italiani? Il razzismo latente non è stato eradicato, ma piuttosto alimentato dai politici che hanno giocato sulla contrapposizione fra italiani e stranieri giocando pericolosamente con le ambiguità. Eppure l’Italia è un paese a vocazione multiculturale e multietnica, come il resto dell’Europa: la società deve interrogarsi sulle differenze sociali e sulle povertà, comprendendo che l’integrazione è un concetto da declinare in maniera diversa. La sfida dell’integrazione non parte dall’origine, ma dalla scelta di aderire ai principi della Costituzione. E quindi pari diritti tra uomo e donna, libertà di culto e scelta, rispetto. Principi a cui va integrato anche il paziente razzista di Lignano.