Eva Kaili, 44 anni, assieme al compagno Francesco Giorgi

di Alessandro Farruggia  Giorgi vuota il sacco e la procura belga festeggia il primo riscontro. L’obiettivo adesso è cristallizzare la prima fase dell’inchiesta ottenendo nell’udienza del 22 dicembre alla camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles anche la convalida dell’arresto dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili e poi, dopo Natale, allargarla a nuovi nomi. Un indizio in questo senso è dato anche dal decreto della Procura di Milano con il quale, su delega del giudice istruttore di Bruxelles, sono stata effettuate una serie di perquisizioni. Nell’atto si dice chiaramente che è stato individuato "un gruppo indeterminato e molto ampio" dedito alla consumazione di fatti "di corruzione, operante all’interno di strutture europee con o senza legami con l’Unione Europea".  L’individuazione degli elementi d’accusa contro il "gruppo molto ampio", osservano fonti vicine all’indagine, è in corso, senza fretta. Certo la procura belga ha incassato con soddisfazione le ammissioni – supportate da intercettazioni che l’hanno costretto ad ammettere almeno una parte delle sue responsabilità – di Francesco Giorgi, l’ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri. Il quadro indiziario è emerso in modo sempre più nitido dopo l’interrogatorio fiume di quattro ore di Giorgi, che nella sua confessione ha ammesso di far parte di un’organizzazione usata sia dal Marocco che dal Qatar per intervenire negli affari europei. Giorgi ha confermato che il capo dell’organizzazione sarebbe Panzeri, mentre il suo compito sarebbe stato quello di gestire le grandi quantità di contante a disposizione del gruppo.  Giorgi non avrebbe invece confermato le accuse alla sua compagna Eva Kaili e avrebbe anche detto di sospettare che Andrea Cozzolino (che anche ieri ha negato ogni coinvolgimento) e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, abbiano preso soldi proprio tramite Panzeri. Il legale di Giorgi, Laurent Kennes, ha espresso il suo disappunto per la quantità di informazioni trapelate dagli inquirenti e pubblicate sui media. "Devo constatare – ha detto – che i media hanno più informazioni degli avvocati. Si tratta di una palese violazione del segreto istruttorio". Eva Kaili da parte sua ribadisce la sua estraneità, e lo fa in maniera teatrale: "Non diventerò Ifigenia". L’ex vicepresidente del Parlamento Europeo torna a rivendicare la sua innocenza e assicura, tramite il suo avvocato, che non farà la fine della figlia di Agamennone e di Clitemnestra che nel mito greco viene sacrificata. "Kaili non ha alcun coinvolgimento con i soldi che sono stati trovati, tranne che lei stessa era nella casa in cui è stato trovato il denaro", ha detto Michalis Dimitrakopoulos, avvocato di Eva Kaili e dei suoi familiari. Forse era distratta.  Ma su Eva Kaili piove sul bagnato. Il procuratore capo europeo, Laura Codruța Kövesi, ha chiesto giovedì la revoca dell’immunità di due deputate greche del Parlamento europeo, la socialista Eva Kaili e Maria Spyraki del Ppe, perché sospettate di aver commesso una frode. "Sulla base di una relazione investigativa ricevuta dall’Ufficio europeo antifrode – ha annunciato – vi è il sospetto di una frode a danno del bilancio dell’Ue, in relazione alla gestione dell’indennità parlamentare, e in particolare per quanto riguarda la retribuzione degli assistenti parlamentari accreditati". "Non ho alcun legame con il Qatargate e accetto volentieri la richiesta di revocare la mia immunità per dimostrare che non ho un solo euro di controversia finanziaria con il Parlamento" ha commentato la Spyraki. La Procura europea, ha precisato che "si tratta di due indagini distinte" ma ha aggiunto che il suo ufficio "è in contatto con quello del procuratore federale belga sulla competenza nell’indagine sul Qatar". Il che significa che per la presunta banda di corruttori guidata secondo l’accusa dal ‘direttore d’orchestra’ Panzeri, si annunciato indagini incrociate.  Intanto Niccolò Figà-Talamanca, il segretario generale dell’Ong arrestato venerdì scorso a Bruxelles , per ora resta in prigione. La procura federale ha infatti presentato ricorso contro la decisione con cui ieri la camera di consiglio aveva deciso di riconoscere a Figà-Talamanca il braccialetto elettronico. Lo ha reso noto, Eric Van Duyse, portavoce della procura federale. Figà-Talamanca dovrà comparire nuovamente davanti ai giudici entro quindici giorni.

Cronaca

di Alessandro Farruggia

Giorgi vuota il sacco e la procura belga festeggia il primo riscontro. L’obiettivo adesso è cristallizzare la prima fase dell’inchiesta ottenendo nell’udienza del 22 dicembre alla camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles anche la convalida dell’arresto dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili e poi, dopo Natale, allargarla a nuovi nomi. Un indizio in questo senso è dato anche dal decreto della Procura di Milano con il quale, su delega del giudice istruttore di Bruxelles, sono stata effettuate una serie di perquisizioni. Nell’atto si dice chiaramente che è stato individuato "un gruppo indeterminato e molto ampio" dedito alla consumazione di fatti "di corruzione, operante all’interno di strutture europee con o senza legami con l’Unione Europea". 
L’individuazione degli elementi d’accusa contro il "gruppo molto ampio", osservano fonti vicine all’indagine, è in corso, senza fretta. Certo la procura belga ha incassato con soddisfazione le ammissioni – supportate da intercettazioni che l’hanno costretto ad ammettere almeno una parte delle sue responsabilità – di Francesco Giorgi, l’ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri. Il quadro indiziario è emerso in modo sempre più nitido dopo l’interrogatorio fiume di quattro ore di Giorgi, che nella sua confessione ha ammesso di far parte di un’organizzazione usata sia dal Marocco che dal Qatar per intervenire negli affari europei. Giorgi ha confermato che il capo dell’organizzazione sarebbe Panzeri, mentre il suo compito sarebbe stato quello di gestire le grandi quantità di contante a disposizione del gruppo. 
Giorgi non avrebbe invece confermato le accuse alla sua compagna Eva Kaili e avrebbe anche detto di sospettare che Andrea Cozzolino (che anche ieri ha negato ogni coinvolgimento) e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&amp;D, abbiano preso soldi proprio tramite Panzeri. Il legale di Giorgi, Laurent Kennes, ha espresso il suo disappunto per la quantità di informazioni trapelate dagli inquirenti e pubblicate sui media. "Devo constatare – ha detto – che i media hanno più informazioni degli avvocati. Si tratta di una palese violazione del segreto istruttorio".
Eva Kaili da parte sua ribadisce la sua estraneità, e lo fa in maniera teatrale: "Non diventerò Ifigenia". L’ex vicepresidente del Parlamento Europeo torna a rivendicare la sua innocenza e assicura, tramite il suo avvocato, che non farà la fine della figlia di Agamennone e di Clitemnestra che nel mito greco viene sacrificata. "Kaili non ha alcun coinvolgimento con i soldi che sono stati trovati, tranne che lei stessa era nella casa in cui è stato trovato il denaro", ha detto Michalis Dimitrakopoulos, avvocato di Eva Kaili e dei suoi familiari. Forse era distratta. 
Ma su Eva Kaili piove sul bagnato. Il procuratore capo europeo, Laura Codruța Kövesi, ha chiesto giovedì la revoca dell’immunità di due deputate greche del Parlamento europeo, la socialista Eva Kaili e Maria Spyraki del Ppe, perché sospettate di aver commesso una frode. "Sulla base di una relazione investigativa ricevuta dall’Ufficio europeo antifrode – ha annunciato – vi è il sospetto di una frode a danno del bilancio dell’Ue, in relazione alla gestione dell’indennità parlamentare, e in particolare per quanto riguarda la retribuzione degli assistenti parlamentari accreditati". "Non ho alcun legame con il Qatargate e accetto volentieri la richiesta di revocare la mia immunità per dimostrare che non ho un solo euro di controversia finanziaria con il Parlamento" ha commentato la Spyraki. La Procura europea, ha precisato che "si tratta di due indagini distinte" ma ha aggiunto che il suo ufficio "è in contatto con quello del procuratore federale belga sulla competenza nell’indagine sul Qatar". Il che significa che per la presunta banda di corruttori guidata secondo l’accusa dal ‘direttore d’orchestra’ Panzeri, si annunciato indagini incrociate. 
Intanto Niccolò Figà-Talamanca, il segretario generale dell’Ong arrestato venerdì scorso a Bruxelles , per ora resta in prigione. La procura federale ha infatti presentato ricorso contro la decisione con cui ieri la camera di consiglio aveva deciso di riconoscere a Figà-Talamanca il braccialetto elettronico. Lo ha reso noto, Eric Van Duyse, portavoce della procura federale. Figà-Talamanca dovrà comparire nuovamente davanti ai giudici entro quindici giorni.

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