Giovedì 18 Aprile 2024

Il prof e la lezione di civiltà: "In braccio il bimbo dell’allieva. Niente di strano, lo faccio spesso"

Spopola sui social la foto scattata all’Università di Gerusalemme. Il racconto del docente: "La mamma era contenta. Studio e maternità sono compatibili, ma serve un sistema flessibile"

Il professor Sydney Engelberg tiene in braccio il figlio di una studentessa

Il professor Sydney Engelberg tiene in braccio il figlio di una studentessa

Insegna psicologia, dà una lezione di civiltà. Merito di una foto che lo ritrae mentre spiega ai suoi studenti Teoria dell’identità sociale tenendo in braccio un bimbo di poco più di un anno. Come se nulla fosse. Il protagonista della vicenda è Sydney Engelberg, docente di Psicologia organizzativa all’Università ebraica di Gerusalemme. Corre l’anno 2015, una mattina come tante: il pianto di un bimbo interrompe il prof. La mamma, una delle studentesse presenti, abbassa lo sguardo, si alza di scatto e punta la porta. Ma Engelberg la blocca. Riesce a distrarre il piccolissimo allievo, lo prende in braccio e recupera il filo del discorso. E la giovane donna torna al suo posto a scrivere appunti. In questi giorni, complice un post della figlia del professore, l’immagine ha fatto il giro del mondo. A sorpresa, però, non tutti hanno apprezzato quel gesto.

Il professor Sydney Engelberg tiene in braccio il figlio di una studentessa
Il professor Sydney Engelberg tiene in braccio il figlio di una studentessa

Professor Engelberg, come le è venuta l’idea di interrompere la lezione per calmare quel bimbo che piangeva?

"Non era la prima volta e continua ad accadere di frequente: interagisco con tanti bambini. Negli ultimi tempi è aumentata l’età media dei miei studenti, molti dei quali sono sposati e hanno già dei figli. Quando non hanno alternative, li portano a lezione".

Come ha reagito la mamma quando ha preso in braccio il suo piccolo?

"Era felice perché il mio gesto le permetteva di continuare normalmente a seguire la lezione senza sentirsi in imbarazzo".

Faticosa la lezione col bimbo in braccio?

"No, ho proseguito a parlare senza intoppi: il bimbo, gli studenti ed io eravamo completamente a nostro agio".

Nessuno dei suoi allievi si è lamentato?

"No, perché il mio comportamento è considerato perfettamente naturale nella società israeliana. Come accade in Italia, qui i bambini non sono un ‘problema’ individuale, ma riguardano e coinvolgono la collettività. Non è così in tutto il mondo, ci sono differenze culturali. Su internet, infatti, c’è chi critica il mio comportamento".

Chi?

"I commenti negativi arrivano soprattutto dagli americani, che vedono la questione in termini puramente finanziari: sostengono che, pagando cara la loro istruzione universitaria, non potrebbero accettare l’interruzione di una lezione a causa del pianto di un bimbo".

Lei, invece, che messaggio intendeva dare con quel gesto?

"Principalmente, che lo studio e la maternità sono compatibili e non devono comportare una scelta alternativa. Inoltre, serve coerenza: non si può parlare di valori come l’apertura a nuove idee, leadership, comportamenti etici, senza metterli in pratica con la propria condotta quotidiana".

Spesso, però, è complicato conciliare lo studio o il lavoro con la maternità. Non si fa abbastanza per risolvere il problema?

"Lo vedo come un limite di sistema che si supera adottando un modello diverso, più elastico. Le faccio un esempio: le Università israeliane offrono più di un’opportunità per dare un esame. Questo significa che se una mamma per un motivo giustificabile non può presentarsi nella prima data, può optare per l’alternativa senza alcuna difficoltà".

La stupisce il fatto che la foto sia diventata virale?

"Molto. E mi sorprende che circoli ancora dopo tutti questi anni. Sull’argomento ho scritto una serie di post commentando che, sulla base delle migliaia di commenti ricevuti, la foto riflette ovviamente valori che sono importanti per molte, molte persone".

Sua figlia l’ha definita il "padre migliore del mondo". Ne sarà orgoglioso.

"No, direi piuttosto sono felice dei miei quattro fantastici figli e del fatto che sono orgogliosi di me".