Mercoledì 24 Aprile 2024

Il primo occhio stampato con la 3D "Lo aspettavo da anni, è fantastico"

Impiantato a Londra. La protesi è stata creata per un ingegnere di 47 anni: meglio della versione tradizionale

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È stato impiantato in Inghilterra, per la prima volta al mondo, un occhio protesico stampato in 3D completamente digitale. Il paziente, Steve Verze, è un ingegnere londinese di 47 anni. L’intervento è stato eseguito al Moorfields Eye Hospital di Londra. Verze ha provato per la prima volta il suo nuovo occhio l’11 novembre scorso, insieme a una tradizionale protesi acrilica. E due giorni fa, il 25 novembre, è tornato a casa con solo il suo nuovo occhio stampato in 3D. "Ho bisogno di una protesi oculare da quando avevo 20 anni e mi sono sempre sentito a disagio", ha detto Verze. "Questo nuovo occhio ha un aspetto fantastico". Rispetto alla tradizionale protesi acrilica, la protesi oculare stampata in 3D è più realistica e definita, e dà la percezione della profondità reale della pupilla. A differenza dei metodi tradizionali, utilizza scansioni dell’occhio invece di uno stampo invasivo della cavità oculare.

La stampa 3D è nata circa 25 anni fa negli Stati Uniti e ne ha fatta di strada in questi anni. Anche e soprattutto nel campo della medicina. Ossa, organi e tessuti riprodotti e che già cominciano a essere utilizzati su pazienti in tutto il mondo. La velocità di produzione, oltre ai vantaggi per i pazienti, sono gli elementi che potrebbero favorire sempre più l’utilizzo delle stampe 3D in medicina. Lo spiegano anche dall’ospedale londinese dove hanno realizzato il nuovo occhio di Verze: "I tradizionali occhi protesici acrilici sono dipinti a mano e richiedono circa sei settimane per essere completati. Con la stampa 3D, una volta eseguita la scansione, la protesi può essere stampata entro due ore e mezza. Viene quindi inviata a un oculista per essere rifinita, lucidata e adattata. L’intero processo richiede solo due o tre settimane". I primi organi stampati in 3D sono stati la pelle e le ossa. Nel 2012 una donna belga di 83 anni ha ricevuto la prima mascella al mondo prodotta da una stampante in 3D.

Nel 2013 sono stati ottenuti i primi tessuti artificiali che si comportano esattamente come quelli viventi. Sempre nel 2013 è stata la volta della creazione di un orecchio. Nel 2014 è toccato a una trachea stampata a partire dalle cellule del paziente. Risalgono al 2014 anche i primi bronchi artificiali stampati in laboratorio e i vasi sanguigni sintetici.

Nel 2020 è arrivato, da un gruppo di ricercatori guidati da Tal Dvir della Tau School of Molecular Cell Biology and Biotechnology dell’Università di Tel Aviv, il primo cuore stampato in 3D cutilizzando cellule e materiali biologici prelevati direttamente dal paziente. È di piccole dimensioni e le cellule non hanno ancora imparato a contrarsi in modo sincronizzato, ma per i ricercatori israeliani la strada è segnata ed è quella giusta. E potrebbe risolvere nell’arco di un decennio la cronica carenza di organi destinati al trapianto. Ad aspettare un cuore, o un altro organo fondamentale per la loro sopravvivenza, sono infatti almeno 14 mila pazienti solo in Europa, secondo le stime della Eurotransplant International Foundation, e 113mila negli Stati Uniti. La stampa 3D ha debuttato anche in Italia e il nostro Paese detiene qualche primato: a ottobre 2019, all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, è stata ricostruita, per prima volta al mondo, un’intera caviglia con una protesi su misura stampata in 3D su un paziente di 57 anni. Lo scorso giugno, presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, è stata impiantata, su un 49enne, per la prima volta al mondo, una nuova tipologia di protesi del ginocchio realizzata con una stampante 3D.