Il presidente ha ricucito uno strappo

Sandro

Rogari

omaggio di Mattarella è l’omaggio di tutti gli Italiani alle vittime del naufragio di Cutro. Perché di fronte a 68 morti, fra i quali 15 minorenni, e chissà quanti dispersi, l’Italia, con lui, china il capo commossa. Il presidente la rappresenta, ci rappresenta. Colma la distanza fra paese e istituzioni che le improvvide parole del ministro dell’Interno hanno creato. "Non dovevano partire", ha detto il ministro. Dei genitori non mettono a repentaglio la vita dei propri figli con queste condizioni del mare, ha aggiunto. Ignorando la tragedia di chi preferisce rischiare la vita con i propri figli pur di sfuggire a una esistenza senza speranza.

Mattarella ha chiesto subito l’intervento dell’Ue all’origine dei mali che provocano i flussi dei disperati. Solo l’Europa intera, infatti, ha la forza e la capacità di intervenire nelle diverse aree di crisi che producono questi lutti. Creare corridoi umanitari non significa, come è stato detto, andare a prenderli. Significa dare certezze a chi nel bisogno cerca speranza. Certo tutti vogliamo giustizia e verità. Mentre Mattarella giungeva a Cutro, la Procura di Crotone chiedeva a Guardia di Finanza e a Guardia costiera la documentazione per accertare le responsabilità. Se chi doveva soccorrere non è uscito in mare per negligenza o, ancor peggio, perché il "clima politico" non è favorevole al sostegno dei migranti, deve essere colpito dalla giustizia con la durezza dovuta. Ma ora tutti ci raccogliamo attorno al nostro presidente che di fronte a tante bare bianche, a quei giocattoli divenuti struggente ricordo di una vita spezzata, si ferma commosso. Il gesto conta più di qualsiasi parola. Questo mondo non si salva senza la comprensione e la solidarietà. Senza che coloro che hanno il bene primario della speranza non lo condividano con coloro che l’hanno persa. E con essa hanno perso tutto, per sé e per i propri figli.