GIORGIO
Cronaca

Il Pnrr è fallito Non ha spinto la crescita

I dati dell'Istat smentiscono le previsioni di crescita del reddito nazionale e dell'occupazione, rendendo più complicata la situazione economica. La legge di bilancio e il Pnrr sono a rischio, è necessario un cambio di rotta da parte del governo.

Giorgio

La Malfa

Qualche giorno fa, al termine del primo Consiglio dei ministri dopo le ferie estive, la presidente del Consiglio riconosceva che la situazione della finanza pubblica rendeva difficile dare un seguito concreto alle promesse elettorali di un anno fa. Si consolava però dicendo che il nostro reddito nazionale cresceva più che in altri paesi europei e che i numeri dell’occupazione erano molto positivi. Evidentemente i consiglieri dell’on Meloni non avevano pensato di sentire dall’Istat come erano andate le cose nel secondo trimestre dell’anno. Perché i dati pubblicati ieri mattina smentiscono ciò che aveva detto lunedì scorso la Presidente del Consiglio.

Nel trimestre il reddito nazionale ha fatto registrare una flessione dello 0,4%, mentre l’occupazione non solo non è cresciuta, ma ha registrato una flessione. Diventa quindi meno probabile una crescita dell’1% per l’intero anno 2023 e questo costringerà a rivedere verso il basso le previsioni di crescita per l’anno prossimo. Il quadro macroeconomico di oggi appare assai meno favorevole di quello esposto nei mesi scorsi.

Le implicazioni di queste cifre investono due questioni. La prima è la prossima legge di bilancio. Se erano stretti i margini in presenza di una previsione di crescita del reddito di qualche importanza, le nuove cifre rendono tutto più difficile. La maggioranza di governo avrà molto di cui discutere sulla destinazione delle risorse.

La seconda questione, più grave, si chiama Pnrr. I dati Istat dicono che vanno male sia gli investimenti sia la spesa delle amministrazioni pubbliche. Vuol dire che il Pnrr non sta funzionando. Il Pnrr doveva compensare l’eventuale debolezza dell’economia internazionale. Se non è così, ed ormai è evidente che non è così, è legittimo chiedere al governo se ha un’idea sul da farsi sul Pnrr e più in generale su tutta la politica economica.