Martedì 16 Aprile 2024

Il piano Ue: pannelli solari obbligatori Ma il rischio è finire schiavi della Cina

Stanziati 210 miliardi di euro per installare impianti fotovoltaici su tutti gli edifici entro il 2029

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di Elena Comelli

Cambio di fornitori per il gas grazie a nuove infrastrutture, crescita più veloce delle rinnovabili con un rialzo del target al 2030 di 5 punti e più impegno sul fronte del risparmio energetico, con il rialzo dal 9% al 13% del target di efficienza energetica, a cui si aggiunge una strategia solare nuova, che punta a raddoppiare la capacità fotovoltaica europea entro il 2025 e a installare 600 nuovi gigawatt fotovoltaici entro fine decennio. In tre mosse più una l’Europa vuole abbandonare le fonti fossili importate dalla Russia, con il piano RePowerEu. Verrà lanciata una piattaforma di coordinamento per l’industria europea, la European Solar Industry Alliance, con l’obiettivo di rafforzare la filiera domestica e non rischiare di passare da una dipendenza all’altra, dato che i pannelli più competitivi oggi sono prodotti in Cina. Per spingere la produzione europea sarà essenziale puntare su tecnologie che superino il problema delle terre rare, a oggi in gran parte provenienti dal gigante asiatico.

Il piano RePowerEu, presentato ieri, è composto da un ventaglio di misure che mirano a portare a zero la dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027, abbattendo di due terzi le importazioni di gas da Mosca entro fine anno. Del totale degli investimenti previsti – 210 miliardi di euro – "il 95% andrà a finanziare la transizione energetica europea", ha assicurato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, provando a spegnere le polemiche per il denaro che finirà a nuove infrastrutture gasiere. "Dobbiamo ridurre velocemente la nostra dipendenza energetica dalla Russia. Con questo piano possiamo farlo", ha ribadito von der Leyen. Una nutrita serie di misure del nuovo piano riguarda lo sviluppo delle rinnovabili. Con la Eu Solar Strategy la Commissione punta a sfruttare l’altissimo potenziale dei tetti fotovoltaici – che potrebbero coprire, secondo le stime, fino al 25% della domanda europea – introducendo un obbligo di installazione entro il 2026 per tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile maggiore di 250 mq, mentre l’anno successivo scatterà l’obbligo anche per gli edifici esistenti.

Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno avere tetti solari a partire dal 2029. Questo piano, chiamato Eu Solar Rooftops Initiative, dovrebbe aggiungere 19 terawattora di energia pulita entro 1 anno e 58 terawattora entro il 2025, il doppio di quanto previsto dal Fit for 55. Con una raccomandazione: tagliare i tempi delle autorizzazioni. La maggior parte degli impianti dovrà ricevere l’ok entro 1 anno al massimo, contro la media attuale di 6-9 anni. Per il gas, il veicolo chiave per la diversificazione delle forniture sarà la Eu Energy Platform. Un meccanismo volontario per mettere in comune la domanda, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali per facilitare gli acquisti comuni. La piattaforma sarà affiancata da un meccanismo per facilitare gli acquisti comuni di gas, per evitare una concorrenza interna che rallenterebbe la diversificazione. Tra gli investimenti chiave – per 10 miliardi di euro – anche il potenziamento del Corridoio Sud fino a 20 miliardi di metri cubi di gas, verosimilmente tramite il raddoppio del gasdotto Tap. Altri 1,5-2 miliardi sono previsti per svincolare i Paesi che dipendono dall’import russo via pipeline. Si tratta di raffinerie da calibrare su nuove qualità di greggio: è il nodo che sta bloccando le sanzioni sul petrolio alla Russia per l’opposizione dell’Ungheria.