Mercoledì 24 Aprile 2024

Il piano della Sapienza: il Colosseo come museo diffuso

Completati i lavori di restauro degli ipogei - corridoi che venivano percorsi da belve e gladiatori - grazie al finanziamento firmato Della Valle, per il Colosseo si è messo al lavoro il Dipartimento di architettura e progetto della Sapienza di Roma.

A 40 anni dalla proposta di sistemazione dell’area archeologica tra Piazza Venezia e l’Anfiteatro Flavio di Raffaele Panella e dal fermento culturale che animava la capitale negli anni 80 del Novecento, riapre il dibattito risistemazione dell’area archeologica centrale.

La riflessione degli architetti dell’ateneo capitolino si articola a più voci e si arricchisce del contributo di studiosi di restauro, soprintendenti, archeologi, storici, museologi.

Ma soprattutto torna a mettere sul piatto anche un progetto concreto, che a partire dall’Anfiteatro Flavio e dalla sua piazza, oggi caotica, propone di fare ordine ricomponendo l’intera zona dei fori con l’idea di trasformarla in un museo diffuso, cuore pedonalizzato della capitale al quale affidare "il racconto della storia di una città complessa a stratificata".

Frutto di una ricerca lunga tre anni, coordinata dall’allora direttore del Dipartimento di architettura e progetto Orazio Carpenzano, lo studio punta su un masterplan capace di mettere insieme e ricomporre, amalgamandoli, i diversi elementi, dai monumenti archeologici agli edifici preesistenti, inserendone al contempo di nuovi, con spazi destinati al racconto della storia.

Un lavoro di riequilibrio generale che prevede anche il recupero della leggibilità di quella che era la Valle del Colosseo e un forte ridimensionamento di via dei Fori Imperiali. Nell’attuale, inutilizzato, Antiquarium dovrebbe trovare casa, invece, il Museo del Colosseo.