Giovedì 18 Aprile 2024

Il Pd ha perso la pazienza: "Serve una svolta"

Si riunisce la Direzione del partito. Il leader Zingaretti sempre più stanco e insoddisfatto dell’operato del premier su Mes e sanità

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di Ettore Maria Colombo

Il Mes, certo, da prendere, e subito. Ma soprattutto la cattiva gestione della nuova emergenza Covid. E la sintonia col Paese che non si vede più. Il Pd, con in testa il suo segretario, Nicola Zingaretti, è sempre più stanco e insoddisfatto dell’operato del premier. I dem, ormai, non fanno niente per nasconderlo. Lunedì Zingaretti era sbottato contro la chiusura netta sul Mes.

Giovedì, alla Camera, il capogruppo dem, Delrio, gli ha lanciato un appello accorato: "Sta salendo una forte rabbia nel Paese, ne tenga conto". Ieri, lo zenit. Si riunisce la Direzione dem e Zingaretti lancia il grido d’allarme: basta con il "navigare a vista" sull’emergenza sanitaria. Il Mes va preso. Le riforme costituzionali vanno tolte dal freezer. Un attacco meditato, puntuto e sofferto, quello di Zingaretti. Il Pd, vittorioso alle Regionali, sente il proprio "maggior peso specifico" cresciuto, nella maggioranza e nel governo. E ora chiede il conto. "Con questo mare in tempesta non è il momento di navigare a vista", scandisce Zingaretti. Il Pd non vuole poltrone, ma "un cambio di passo". Bene che premier e alleati accettino di lavorare per un "patto di legislatura", ma non basta. Zingaretti chiede "la cessazione di conflitti inutili, dei veti incrociati, di ogni ripicca e imboscata", invoca responsabilità. Spunta anche un apprezzamento inedito per le parole "nuove e positive" del leader di Iv, Matteo Renzi, che proprio ieri ha attaccato il premier per la "grande confusione" nella gestione dell’emergenza Covid. Zingaretti esprime "maggiore fiducia rispetto alle potenzialità di un’azione comune" arrivata da Di Maio e dai 5Stelle (non tutti), ma vuole "una stretta subito", da Conte.

Per Zingaretti occorre dare "segnali più univoci, corali", nella gestione dell’emergenza: "Serve un salto di qualità". Insomma, il Pd è per la linea dura, quella di Speranza, e di Franceschini, e dunque per misure sanitarie più drastiche, ma con un’avvertenza: "Lo stress della popolazione, non solo economico, ma anche psicologico, è fortissimo". Poi rintuzza "l’ideologia" dei 5Stelle sul Mes, chiede un confronto sul merito e sfida Conte (ma difende Gualtieri). Se il governo saprà affrontare l’epidemia – è il messaggio – allora sarà più forte, altrimenti, come dice senza giri di parole Andrea Orlando, "rischia di andare in crisi". Gli altri interventi sono in scia. Goffredo Bettini apre al rimpasto. Conte è avvisato. Il Pd ha esaurito la propria pazienza.