Il Pd della Ztl vota Schlein "Con lei più a sinistra Altrimenti viene Calenda"

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di Paolo Rosato

"Il Pd non è abbastanza di sinistra, ecco perché voto Elly Schlein". A Bologna la Ztl ha due traduzioni e tradizioni: le multe a raffica se non vedi i tanti varchi videocontrollati per accedere in centro, il partitone che nel suo salotto ha i divani blindati con la ghisa. E stavolta Elly Schlein ha avuto il gonfalone della Ztl targata Pd. Decisamente intellettuale, un po’ orfano del massimalismo rosso, quel popolo ha riempito i circoli dedicati alle urne sotto i portici, come al Pratello. Centro della movida alternativa quando scende la sera, prisma del voto non tesserato pure se piove e fa un freddo cane, come ieri.

"Non ho affatto la tessera dal Pd, ma sono di sinistra e anzi, credo che questo partito dovrebbe essere azzerato, è diventato democristiano, di centro – racconta Gianluca Fontanelli all’interno della lunga fila delle 11.30 -. Quindi voto Schlein perché può trasformarlo profondamente". Diversi ragazzi vengono rimbalzati dagli addetti del circolo: non si sono preregistrati, sono fuori sede. Un po’ di caos, in fila ci sono avvocati, dipendenti pubblici, professori universitari come il giuslavorista Marcello Pedrazzoli dell’Alma Mater. "Schlein non la voto, ma dopo tutto questo caos comunicativo potrei fare scheda bianca". E si dibatte. "Dicono che Elly è nuova, ma dietro ha sempre quelli là, Orlando e Franceschini" fa una signora con il colbacco mentre Paolo Molinari replica così: "Schlein sprigionerà le energie giovanili, e finalmente ci farà voltare pagina su lavoro e inclusione, un addio alla vecchia nomenclatura".

Al Pratello davanti ai manifesti sepolti dai graffiti, insomma, c’è tanta ‘Schleinitudine‘, per un Pd rivoltato come un guanto. Fanno capolino alcuni elettori di ‘Potere al Popolo’, come Clelia Oviazzi. "Voglio un Pd più a sinistra". Trentenni e quarantenni sembrano preferire Elly. "Bonaccini non lo voto perché non li voglio Renzi e Calenda", così fa le carte al futuro Roberto Giacobbo, di quella generazione. Giulia Stagi è di Modena. "Non ho mai digerito come Bonaccini ha tradito Bersani – racconta riferendosi all’antico cambio di corrente del governatore, in quel frangente con Renzi –. Mio padre mi fece fare la tessera del Pds tanti anni fa, poi ho smesso di rinnovarla. Voto Schlein perché riporterà il partito a sinistra, lo spero".

Nel circolo dove, tra gli iscritti, Schlein aveva travolto Bonaccini, non mancano i fedelissimi di Stefano. Anche tra i giovani universitari, come il marchigiano Marco Cannone, 25 anni: "Qui è migliorata la qualità della mia vita. Bonaccini ha dimostrato da governatore quant’è bravo". Ma più di uno, tra i più giovani, dice Elly. Aleardo Benuzzi, ex amministratore in Provincia, non ha dubbi: "Schlein per il rinnovamento". Tra i banchi delle primarie sguscia anche Gianni Borgonzoni, papà di Lucia sottosegretaria alla Cultura per la Lega. Della sua fede politica si sa già tutto. "Ho votato Bonaccini perché è una forza tranquilla che esprime centinaia di bravi amministratori, in Italia la democrazia è in crisi e credo che con Bonaccini il Pd possa tornare in salute e uscire dalla Ztl".