Il Pd apre a un governo con FI Berlusconi stoppa: "Impossibile"

Il dem Bettini agli azzurri "Entrate nell’esecutivo". La collaborazione rimane. solo parlamentare

Migration

di Ettore Maria Colombo

Silvio Berlusconi (nella foto) e Nicola Zingaretti si sono annusati, e fatti reciproci salamelecchi, per settimane. Il dialogo nasce intorno alla possibilità di scrivere una manovra economica bipartisan, ma nei boatos di Montecitorio presto si allarga alla possibilità di dar vita a un governo di unità nazionale. Al momento di quagliare, però, gli interlocutori frenano: nonostante i ‘pontieri’ (Bettini tra i dem, Tajani e Brunetta su quello azzurro) fossero all’opera da settimane, il dialogo rischia di saltare ai nastri di partenza.

Ricapitolando, la manovra è in Parlamento e i dem hanno detto a più riprese di condividere la proposta degli azzurri di scriverla con le opposizioni e con un doppio relatore. Ma Goffredo Bettini, dirigente dem da sempre padre politico di Nicola Zingaretti, e ora sempre più autonomo, va oltre. Ribadendo l’invito a "raccogliere senza indugi" l’apertura di FI, dice che la Finanziaria "è un tutt’uno con il governo concreto della pandemia. Non si tratta di rinunciare ognuno alla propria identità e ragioni", ma di "dare una mano" nell’interesse del Paese, scrive al Corsera. Una lettera che lascia intravedere molto di più di una semplice collaborazione da bon ton parlamentare: apre a proposte che reggano oltre la Finanziaria, in modo da blindare passaggi complicati (Mes, Recovery Plan, piani anti-Covid).

Infatti, Bettini chiede di "praticare tutte le vie possibili per raccogliere con generosità i contributi delle forze politiche consapevoli e democratiche". Una sorta di nuovo compromesso storico o nuovo patto del Nazareno. Salvini e Meloni, che il Pd cerca di staccare da FI, chiedono a Berlusconi parole nette, prima che la prospettiva di un Conte ter con gli azzurri dentro diventi più di un retroscena. Su questo li rassicura Cavaliere: "È davvero impossibile. Siamo diversi dai nostri alleati ma incompatibili con queste sinistre. Non svenderei mai i nostri 25 anni di storia per una manovra politica di breve respiro", taglia corto. Ma il dialogo tra Pd e FI resta in piedi. Le voglie di verifica e rimpasto – assicura il Pd – non stavano nel ragionamento di Bettini. Un nuovo governo, con Conte o senza, forse sì.

Ovviamente, dal M5S arriva uno stop secco anche solo sulla collaborazione per la manovra che, sottolinea Vito Crimi, "deve scriverla la maggioranza". Neppure l’ala governista si può permettere di ‘andare a vedere’ le carte, pena la rottura con l’ala oltranzista. I dem non gradiscono: "Non si tratta di fare accordicchi o aprire il governo a Berlusconi – dice il Nazareno - ma di gestire insieme la manovra, come chiede Mattarella. L’M5s chiude? Ne prendiamo atto".