Martedì 23 Aprile 2024

Il Pd alla deriva Senza congresso rischia di sparire

Pierfrancesco

De Robertis

Ogni giorno che passa il Pd appare sempre più come una barca alla deriva, esposta ai marosi e all’assalto dei pirati. E ha forse ragione Matteo Renzi quando spiega che questo Pd, ammesso che ne possa esistere un altro, è il miglior alleato del governo di Giorgia Meloni. La risposta allo stato di coma apparente, né di qua né di là, né sotto né sopra, è prendere tempo. Di congresso, per dire, si parla a marzo. Di fronte a un’emergenza tale, potrebbe forse venire in aiuto la secolare saggezza della Chiesa, che morto un papa riunisce i suoi cardinali, li chiude a chiave in una stanza finché non viene deciso il nuovo timoniere, la nuova rotta. Niente, il Pd non sente questa urgenza, così che ogni settimana perde un punto nei sondaggi: già siamo al 1416, i 5S hanno messo la freccia, e si materializza sempre più l’incubo dei socialisti francesi, passati da essere il partito di Mitterand al nulla.

Tutti danno la colpa a Enrico Letta ma Letta è l’effetto della crisi, non la causa. Letta era infatti il punto di equilibrio del gioco di correnti di un partito che rifiutata l’idea di leadership carismatica e incapace di trovare una sintesi politica tra le proprie anime, aveva di fatto accettato di presentarsi senza una proposta forte, ma con valori che loro pensavano identitari (l’antifascismo, i diritti) e che la gente non ha reputato tali. Mettendo a nudo un vuoto programmatico che ancora resta. E che lascia solo il tempo per una guerra interna di piccolo cabotaggio tra i capibastone, a logiche politiciste e ottocentesche liturgie pre-congressuali, che fanno assomigliare il Nazareno a una versione meno scansonata del Titanic. Rimandare il congresso serve solo a trovare uno schema alternativo a Bonaccini, o a dare il tempo alle correnti di organizzarsi. Nel frattempo i voti fuggono, e non è detto che tornino: tra i 12 milioni di voti di Veltroni 2008 e i 5 cinque di Letta 2022 la scissione tanto temuta l’hanno già fatta gli elettori.