Venerdì 19 Aprile 2024

Il Papa sceglie Zuppi: è lui il capo dei vescovi

Bergoglio rispetta le indicazioni uscite dalla terna dell’assemblea generale. Con l’arcivescovo di Bologna più spiritualità e meno politica

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Stavolta i vescovi hanno accontentato il Papa. Dopo i ritardi negli anni sul varo del cammino sinodale e il mancato taglio delle diocesi, non ci sono stati sgambetti. Come ad apparecchiare l’assemblea generale dell’episcopato, alla vigilia Francesco per la nuova presidenza aveva auspicato un cardinale autorevole e pronto a promuovere "un bel cambiamento". Detto e fatto, gli oltre duecento presuli riuniti all’Hotel Hilton di Fiumicino ieri mattina gli hanno servito al primo posto della terna il nome del porporato riformista Matteo Zuppi. Tutto facile (o quasi) a quel punto per Bergoglio che, a tempo di record, a poco più di un’ora dallo spoglio delle ultime schede per il voto sulla triade, ha fatto pervenire sul tavolo dell’assise il biglietto con il quale nominava il cardinale al vertice della Cei.

Sessantasei anni, l’arcivescovo di Bologna – resterà sotto le Due Torri – succede per il prossimo quinquennio al cardinale Gualtiero Bassetti. Se per la votazione del primo nome della terna non c’è stata partita, più combattuta si è rivelata la sfida per la seconda piazza che ha visto l’altro porporato di segno riformista, Paolo Lojudice, classe ’64, battere al ballottaggio il vice presidente in carica, Antonino Raspanti, 62enne ordinario di Acireale. L’arcivescovo di Siena avrebbe raccolto in assoluto più preferenze di don Matteo, come viene chiamato Zuppi dai tempi in cui era prete di strada nel quartiere popolare di Torre Angela a Roma. Per l’ultimo posto si è inserito agevolmente Raspanti: è stato lui la sorpresa di giornata visto che, tagliato fuori dai rumors dei giorni scorsi, ha convogliato su di sé i voti della corrente più cauta rispetto al pontificato di Francesco. Al palo sono rimasti, invece, sia Erio Castellucci (Modena) – nell’incontro a porte chiuse con i vescvovi lunedì il Pontefice aveva confidato che era lui il prediletto dell’uscente Bassetti –, sia Domenico Battaglia (Napoli). Entrambi risultavano accreditati per un posto nella terna insieme ai saldissimi Zuppi e Lojudice.

Votazione a parte, in ossequio all’ultima modifica dello statuto Cei, la sintesi è toccata al Papa che ha preferito anche stavolta premiare il primo nome della lista. Chissà, forse Francesco in cuor suo avrebbe preferito promuovere Lojudice, ’proteggendo’ così don Matteo per la corsa in Conclave. Di certo con la presidenza in mano all’arcivescovo di Bologna si prospetta una Cei più coraggiosa e aderente al dettato bergogliano. Spirituale e poco politica, sulla falsariga di quella impressa da Antonio Poma, primo presidente della storia e anche lui sulla cattedra felsinea. Per la verità già con Bassetti i presuli iniziarono a lasciarsi alle spalle la stagione della battaglia tonante e totalizzante in tema di valori non negoziabili.

Il dossier pedofilia – il bivio in assise resta il placet o meno a una commissione indipendente per misurare la portata degli abusi – sarà la prima sfida per Zuppi. Nel discorso di congedo Bassetti ha confermato "il nostro impegno per la tutela dei minori". Buoni propositi su cui don Matteo non intende recedere. C’è da capire se si spingerà oltre.. Venerdì si chiudono i lavori. E il tempo già stringe.

Giovanni Panettiere