Giovedì 18 Aprile 2024

Il Papa e le armi a Kiev "Giusto difendersi, è amor di patria" Ma spinge sul dialogo

È la prima volta che Bergoglio si espone sul supporto militare "Si tratti con Mosca, anche se parlare con l’aggressore puzza". La von der Leyen da Zelensky: "Vi daremo altri rifornimenti bellici"

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di Alessandro Farruggia

Armi all’Ucraina? Difendersi è lecito. Parola del Papa. È dirompente la presa di posizione del Santo Padre che spiazza tutti coloro che – pacifisti sinceri o filorussi sotto mentite spoglie – ritenevano moralmente sbagliato dare armi all’Ucraina nonostante l’aggressione russa. "È lecito inviare armi all’Ucraina?" gli viene chiesto nella conferenza stampa durante il viagio di ritorno dal Kazakhstan. E Francesco non si nasconde con parole di circostanze, dice pane al pane e vino al vino. "È una decisione politica – replica – che può essere morale, cioé moralmente accettata se si fa con le condizioni di moralità e può essere immorale se viene fatta con l’intenzione di provocare più guerra, o di vendere le armi o scartare quelle che a me non servono più. La motivazione è quella che in gran parte qualifica la moralità di questo atto. Difendersi é non solo lecito, ma anche un’espressione di amore alla patria. Chi non si difende, chi non difende qualcosa non la ama. Invece chi difende ama".

"La guerra in se stessa – ha sottolneato – è un errore, è un errore! E noi in questo momento stiamo respirando quest’aria. Ma il diritto alla difesa sì, quello sì, è lecito, ma va usato solo quando è necessario". Chiarissimo, pur se parecchio indigesto al Cremlino. Va sottolineato che al tempo stesso il Papa non chiude alla Russia, e anzi ha sottolineato l’importanza del dialogo diplomatico con Mosca. "Io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza che sia in guerra, che sia l’aggressore… delle volte – ha detto – il dialogo si deve fare, anche se ’puzza’ si deve fare. Dobbiamo fare sempre un passo avanti, con la mano tesa, sempre. Il dialogo va almeno offerto. Perché al contrario – ha aggiunto – chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace".

In Ucraina ieri, con il suo esercito costretto alla ritirata da una vasta area dell’Est, Vladimir Putin ha voluto vendicarsi sganciando altri missili e proiettili di artiglieria sulla linea del fronte e su molte città. La rabbia del Cremlino per la vasta riconquista ucraina si è riversate in particolare sul Kryvyh Rih, città natale di Volodymyr Zelensky. Reduce da un incidente stradale senza gravi conseguenze, il presidente ucraino ha ricevuto a Kiev per la seconda volta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Di nuovo vestita dei colori della bandiera ucraina, la leader ha assicurato: "Saremo al vostro fianco finché necessario, amici per sempre". "Ai paesi membri – ha detto – raccomando che è vitale e necessario sostenere l’Ucraina fornendogli il materiale militare di cui hanno bisogno per difendersi. Loro hanno dimostrato di poterlo fare se sono ben equipaggiati". Musica per le orecchie del leader ucraino. E le dichiarazioni del Papa, arrivate nella tarda sera di Kiev, l’hanno ancor più rallegrato.

Dal punto di vista del conteggio dei morti della guerra, invece, è di ieri la notizia data sempre da Zelensky, di 440 corpi trovati in una fosse comune a Izyum. Si tratta, secondo l‘investigatore capo della polizia della regione di Kharkiv, Serhii Bolvinov, di "una delle più grandi sepolture di massa trovate in una città liberata". Qui, oggi, ha fatto sapere Zelensky, "ci saranno giornalisti ucraini e internazionali. Vogliamo che il mondo sappia cosa sta realmente accadendo".