Giovedì 25 Aprile 2024

Il Papa consacra Mosca e Kiev alla Madonna

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Davanti a una guerra "crudele e insensata che minaccia il mondo" anche il Papa avverte "un senso d’impotenza". Non bastano più le rassicurazioni umane, c’è bisogno di affidarsi a Dio, "il solo che cancella il male, disinnesca il rancore, restituisce la pace al cuore". Con questa premessa, nella Solennità dell’Annunciazione, Francesco in San Pietro consacra Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria. Un gesto che "non è una formula magica" – si difende da chi nel rito ravvisa un cedimento al devozionismo –, ma "un atto spirituale" per invocare l’intercessione della Madre di Dio, sulla scorta del mistero di Fatima. Era il 1917, quando la Vergine ai pastorelli chiese di consacrare la Russia al fine di evitare un conflitto mondiale.

Nella basilica 3.500 fedeli e altri 2mila in piazza seguono la preghiera quasi sussurata di Bergoglio, seduto davanti alla statua della Madonna di Fatima. "Abbiamo smarrito la via della pace – è il mea culpa che riecheggia anche in tutte le diocesi –, dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti".

Il Papa evita la condanna eplicita di Putin per non pregiudicare il ruolo negoziale della Santa Sede (in primis sull’apertura di corridoi umanitari per i civili) e i rapporti con gli ortodossi russi. L’equilibrio tra le esigenze della diplomazia e lo sdegno per l’invasione è labile, come quello fra la Segreteria di Stato, che legittima la difesa armata di Kiev, e Bergoglio che al massimo la comprende, convinto che la corsa al riarmo sia una vergogna.

Giovanni Panettiere