Giovedì 25 Aprile 2024

Il papà di Bobo: troppo buono per il terrorismo

La confessione: "Negli anni 70 i compagni parlavano di lotta armata. Mi salvarono le mie radici". Poi Berlinguer, la svolta. Il Pd? Galleggia.

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A 80 anni Sergio Staino ha scoperto che Bobo è un idiota. Il celebre personaggio nato dalla sua matita, specchio dei tormenti dell’uomo di sinistra, è passato da un errore all’altro. "Bobo è un idiota nel senso che dà al termine Dostojevski, un buono che crede nel prossimo, anche quando il prossimo lo frega e lo prende a calci nel didietro. Spera solo che gli faccia meno male possibile". Nel libro ’Quell’idiota di Bobo’ (La nave di Teseo) Staino ha rivelato verità scomode, come gli anni da marxista-leninista.

Staino ha davvero rischiato di diventare un terrorista?

"Mi ha salvato la mia bontà e le mie radici, anche la parte amiatina. Ho vissuto a Piancastagnaio i miei primi cinque anni. Ma sono bastati per l’imprinting, per far dire al mio mentore, padre Ernesto Balducci, che a noi lo zolfo e il mercurio delle miniere che avevamo respirato da bambini ci aveva dato alla testa".

Torniamo al rischio di diventare terrorista.

"Negli anni Settanta essere marxisti-leninisti significava preparare la rivoluzione armata. Che doveva essere una rivoluzione di popolo. Noi ci fermavamo lì, a provare ad educare il popolo alla rivoluzione. Poi ci fu chi cominciò a dire che il popolo non avrebbe mai capito da solo, che bisognava fare atti provocatori per tirar fuori il volto feroce dello Stato. C’erano tanti compagni che dichiaravano conclusa la rivoluzione culturale e bisognava prendere le armi. Uno di loro era Renato Curcio, che andò a fondare le Brigate Rosse. Mi salvarono le mie radici, il legame con le case del popolo e il sindacato".

Scampato il pericolo, ha dato vita a Bobo, l’uomo di sinistra dagli anni ’80. Le vignette sono state la storia delle evoluzioni della sinistra riformista?

"Sono state il racconto delle tante fasi, degli strappi, delle scissioni, delle speranze, del piccolo grande mondo di un uomo con il naso grosso, gli occhiali, più calvo e più grasso di quanto sono io. Che era comunista diventò democratico, riformista, anarchico. E ora cerca qualche punto di riferimento".

Il riassunto più efficace degli anni ’80 è la storia di Bobo ai funerali di Berlinguer.

"Quella fu la svolta, anche dal punto di vista artistico. Prima facevo vignette ironiche, mai con cattiveria. Per la prima volta affrontavo un tema patetico, tristissimo, dovevo raccontare quei funerali di popolo. A differenza di quelli di Togliatti, che furono una sfida alla società italiana, un ostentare di bandiere rosse, i funerali di Berlinguer furono passione pura".

Tutt’altra cosa il Bobo degli anni ’90, l’addio al nome Pci?

"Bobo-Staino capì dopo il disegno di Occhetto, una continuazione della politica di Berlinguer. Per lunghi anni militò nel partito del Ni, dopo il cambio del nome. Poi Bobo seguì Veltroni e il sogno del partito democratico, l’Italia bipolare come gli Stati Uniti".

Perché quel sogno durò poco?

"Il Pd è morto quando D’Alema mise da parte Prodi. Da allora, nonostante vari tentativi, non riesce più a presentarsi come partito maggioritario, capace di unire gli italiani. Vive con angoscia l’idea che personaggi deleteri riescano a vincere, fa accordi con personaggi che gli fanno perdere la sua natura democratica e riformista".

Secondo Bobo la sinistra sta galleggiando da 10 anni?

"Galleggiare è il termine esatto. Manca il coraggio, si sta lì a piangere dietro ai grillini. Eppure Bonaccini ha avuto coraggio, ha fatto la sua scelta ed è stata ripagata. In Toscana si è puntato sulla leggerezza di Giani sperando che riesca a unificare tutti. Ma serviva un giovane che avesse coraggio".

Cosa pensa di questo governo?

"A me non piacciono le persone false e cattive, chi guarda al mondo con invidia. Per loro provo il disprezzo più assoluto, anche quando fanno discorsi belli. Beppe Grillo è uno di questi. L’ho conosciuto quando ero direttore al Teatro Puccini, è un egoista che non ama il prossimo. Ha portato al Governo improvvisatori e incapaci che fanno solo danni. Il Pd, i riformisti, la sinistra hanno deciso di rincorrerli".

Il popolo sì, non il populismo?

"I grillini vedono nemici dappertutto, da quelli che hanno soldi a chi ha successo. Da Masaniello in poi quanti danni hanno fatto gli arruffa popoli?"