Il Paese da risanare, sei miliardi per l’Italia contro il dissesto. I fondi Ue fra tre mesi

I soldi del Pnrr andranno in parte al bacino del Po per interventi strutturali ma non potranno essere trasferiti sull’emergenza alluvione. Commissario, Salvini apre sul generale Figliuolo: un degnissimo nome. .

Roma, 29 maggio 2023 – "Sono in arrivo 6 miliardi dall’Europa per fronteggiare i rischi idrogeologici: una parte servirà per mettere in sicurezza il bacino del Po", dichiara Antonio Tajani. Quelle del ministro degli Esteri sono parole che vanno codificate alla luce di quanto affermato dalla premier venerdì: "Si continua a parlare di spendere quei soldi, ma il problema è trovarli". Infatti, i miliardi cui accenna il numero due di Forza Italia non potranno essere spesi per la ricostruzione: fanno parte del Pnrr (dalla cabina di regia del Piano specificano che propriamente inseriti sono 3, ma la stessa presidente Ursula von der Leyen ha parlato di 6) e devono essere spesi per il risanamento idrogeologico dell’intero territorio nazionale. Nel dettaglio: 357 milioni sono destinati alla rinaturalizzazione dell’area del Po, 500 milioni per interventi sulla resilienza della rete elettrica. Poi 2,5 miliardi sono stanziati per messa in sicurezza dalle frane, riduzione del rischio di alluvioni nelle aree metropolitane e riqualificazione. I quasi 3 miliardi restanti serviranno per la messa in sicurezza degli edifici, tramite azioni come la riduzione dei consumi energetici e l’efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica.

Faenza, volontari al lavoro per ripulire il Museo Zauli dal fango incrostato (Foto Corelli)
Faenza, volontari al lavoro per ripulire il Museo Zauli dal fango incrostato (Foto Corelli)

Insomma, quei 6 miliardi ai fini della ricostruzione è come se non ci fossero. E i 2 appena stanziati dal governo italiano, come è noto, servono a tamponare l’emergenza: ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha approvato un primo stralcio del ’Piano di interventi urgenti di protezione civile’ che definisce la destinazione dei primi 10 milioni di euro per opere che vanno dall’assistenza alla popolazione a interventi sui corsi d’acqua.

La domanda dunque resta inevasa: da dove vengono i soldi per la ricostruzione? Un aiuto verrà comunque dalla Ue, per la precisione dal Fondo di solidarietà istituito per rispondere alle catastrofi naturali. "Verranno erogati 3-400milioni", specifica Tajani. La cifra esatta si saprà tra tre mesi, "dopo la quantificazione dei danni", come ha ricordato la presidente von der Leyen.

Per quella data, sarà probabilmente stato sciolto il nodo del Commissario straordinario per la ricostruzione. L’ipotesi che l’incarico venga affidato a Bonaccini (ieri Giuseppe Conte l’ha chiamato annunciando "il pieno sostegno" di M5s per l’emergenza) non è esclusa, e tuttavia la Lega e parte di FdI non lo vuole e punta su un ’esterno’. Salvini sarebbe disposto a far passare il generale Francesco Paolo Figliuolo: "Degnissimo nome". Il Capitano spinge sull’acceleratore: "Prima si nomina, meglio è", mentre Giorgia Meloni frena: "Quando arriverà il tempo della ricostruzione ci preoccuperemo di chi sarà commissario".

Certo è che i soldi del Fondo di solidarietà non basteranno a coprire le spese dei danni. Che, nella migliore delle ipotesi, sono 6 miliardi con il forte rischio di arrivare a 10 miliardi. Restano altre voci: ci sono i Fondi coesione e sviluppo, di competenza esclusiva del governo italiano, che verranno discussi oggi dal governatore Bonaccini e il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Ma è poca roba. Altro potrebbe venire dai Fondi europei di coesione: si vedrà. L’unica certezza è che Bruxelles non coprirà tutta la ricostruzione. E quindi? L’Italia pensa di fare nuovo debito e chiede alla Ue di non conteggiarlo nel patto di stabilità: "Alcune spese andrebbero tolte dal patto di stabilità", conferma Tajani.