Giovedì 25 Aprile 2024

Il nuovo vertice Putin aspetta Xi E vuole riaprire i rubinetti del gas

Il secondo incontro tra i due leader si terrà entro la fine dell’anno. La Russia annuncia di voler riattivare la condotta Yamal verso l’Europa. Intanto i caccia di Pechino invadono ancora lo spazio aereo di Taiwan

di Cesare De Carlo

Non aspettiamo un miracolo, lo creiamo noi, dice nel messaggio di fine anno Volodymyr Zelensky, presidente ucraino. In realtà il miracolo si è già materializzato: il mondo intero è al suo fianco. Nessuno ci avrebbe scommesso il 24 febbraio, all’indomani dell’invasione russa. In Occidente tutti erano convinti che si sarebbe arreso in un paio di giorni e che la solidarietà, soprattutto degli europei, sarebbe evaporata nella calura estiva delle steppe. E infatti il governo americano aveva spedito a Kiev, la capitale, un aereo. Avrebbe dovuto portare Zelensky oltre confine, in Polonia o Germania o addirittura negli States. E invece questo comico prestato alla politica ha reagito con la fermezza di un Leonida: non voglio un passaggio, fece sapere a Joe Biden, voglio armi.

Sono arrivate armi per dozzine di miliardi di dollari. Decisive. Il presidente russo Vladimir Putin è stato fermato e addirittura si è dovuto ritirare da almeno un quarto dei territori conquistati dal suo scalcagnato esercito. E ora è lui in difficoltà. Sino a che punto? Sino al punto da dover chiedere aiuto al cinese Xi Jinping. È a corto di uomini, equipaggiamenti, missili, eccetera mentre in Ucraina – previo l’ovvio consenso del Congresso – sono in arrivo i Patriot, missili antimissile. Li distruggeremo tutti, assicura: "I Patriot sono obsoleti". Può darsi, ma le sue armi lo sono ancora di più. Questo il background del summit fra i due despoti orientali. Avverrà entro la fine dell’anno. Ma è dubbio che davvero rovesci le sorti della guerra. Gli ucraini sanno per cosa combattono. I russi no. Ed ecco perché il loro morale è così basso e le perdite fra morti e feriti sono sette volte maggiori di quelle ucraine.

Zelensky ne è fiero. Anche a Washington, la settimana scorsa, ha dato l’impressione di essersi innamorato della figura che, sulla copertina di Time e nelle parole di Biden, ne fa un’icona. Lo merita. Ma il punto è un altro: niente negoziati – ripete – sino a che il nemico non si sarà ritirato sulle frontiere precedenti l’aggressione. È ragionevole? E prevedibile? Certamente no. E intanto contro il suo legittimo furore si scontra il timore degli analisti di un genocidio per fame, freddo, bombe. Dunque chiusura totale ai pur timidi e contraddittori segnali che vengono da Mosca. Putin ha detto due giorni fa: "Pronto a negoziare una tregua, ma Zelensky non vuole". Quest’ultimo replica: negoziati solo "quando ci saranno le condizioni". Così in un’intervista al Guardian di Londra. Parimenti non ha dato alcuna rilevanza a un annuncio di Alexander Novak, vice primo ministro russo. La Russia sarebbe disposta a riprendere le forniture di gas naturale tramite la Yamal-Europe pipeline. E "in ogni caso non è vero che ne abbiamo esportato di meno nell’Europa occidentale. In 10 mesi il totale è stato di 21 miliardi di metri cubi, più che nel 2021".

Vero? Non vero? Non ha molta importanza nelle analisi del Washington Institute of Foreign Affairs. Fermo restando che Putin è un dittatore, un criminale internazionale, un mentitore incallito, il bilancio dell’anno che se ne va è per lui disastroso. Ne va della sua stessa sopravvivenza politica. E allora non sorprende qualche segnale di disponibilità, mentre cerca di sottrarsi all’isolamento internazionale. Con lui ci sono solo il totalitarismo comunista di Xi e la teocrazia di Teheran. Il primo manda i suoi caccia nello spazio aereo di Taiwan. Azione dimostrativa. È una protesta contro lo stanziamento di 10 miliardi di dollari di armi promessi da Biden alla piccola Cina democratica. Putin conferma le manovre navali congiunte. Nessuna minaccia specifica da Xi. Ha fatto alzare in volo caccia di intercettazione e non caccia bombardieri. Xi, più realista di Putin, sa che i suoi armamenti sono di costruzione russa e ha visto in Ucraina quanto siano vulnerabili e poco affidabili.

([email protected])