Pfizer: "Il nostro vaccino protegge dalle varianti". L’Italia avrà le dosi richieste

L’ad della divisione Italia e il direttore medico: ecco il maxi piano. "Accordi privati coi Paesi? In Europa intese solo con la Commissione Ue"

È stato il primo a guadagnarsi gli onori della cronaca. Il vaccino elaborato da Pfizer-BioNTech è diventato il banco di prova delle nostre speranze sull’immunità di gregge, il metro con cui misurare le capacità (economiche e persuasive) di singoli Paesi o comunità di Stati di assicurarsi (rapidamente) il futuro, il test collettivo di paure, dubbi e momenti di sollievo. E poi c’è il nodo delle forniture e dei ritardi, che tanto ha fatto e sta facendo discutere. Sono arrivati altri vaccini nel frattempo (Moderna, AstraZeneca) e altri ne arriveranno, tanti quanti le varianti del Covid-19 che stiamo imparando a conoscere ormai anche direttamente. A che punto siamo con le dosi e con la produzione? Il vaccino farà da muro alle insidiose mutazioni del virus? Proviamo a capirlo con Päivi Kerkola, amministratore delegato di Pfizer Italia, e con la dottoressa Valentina Marino, direttore medico del colosso Usa nel nostro Paese.

Innanzitutto qualche dato sulla campagna vaccinale in Europa: come procede la distribuzione? In quanti Paesi si stanno utilizzando i vaccini Pfizer?

Päivi Kerkola: "L’accelerazione dell’ampliamento della produzione nelle ultime settimane aiuterà a soddisfare la crescente domanda di dosi a livello globale in un lasso di tempo breve, senza compromettere i nostri più elevati standard di sicurezza e qualità. La velocità e la nostra ambizione di fornire al mondo 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021 è un’impresa straordinaria e complessa. A seguito di questo importante sforzo di ampliamento, Pfizer e BioNTech stanno ora procedendo alle consegne all’Unione Europea in linea con il programma concordato, e continuano a lavorare per aumentare le consegne a partire dalla settimana del 15 febbraio, assicurando che forniremo la quantità di dosi di vaccino prevista per il primo trimestre e un quantitativo maggiore nel secondo trimestre. Pfizer sta consegnando i vaccini in base ad accordi con oltre 60 Paesi in tutto il mondo, compresi i 27 membri dell’Unione Europea".

L’Europa ha scelto di raddoppiare la richiesta di vostri vaccini: ai 300 milioni di dosi inizialmente opzionati ha rilanciato con altri 300 milioni. La commessa non creerà problemi?

P.K.: "I dettagli degli accordi esistenti con la Commissione europea per la fornitura di 300 milioni di dosi sono di dominio pubblico. Pfizer e BioNTech si sono impegnati a consegnare fino a 75 milioni di dosi aggiuntive nel secondo trimestre 2021. L’aumento della produzione mira a soddisfare l’aumento della domanda di vaccini a livello globale".

L’Italia ha lamentato i ritardi di consegna, con tanto di diffida. Voi avete assicurato l’arrivo dei vaccini, indipendentemente dalle azioni legali. Il ritardo si sta colmando?

P.K.: "Le forniture sono tornate alla normalità e da metà febbraio siamo in grado di consegnare più dosi, assicurando la fornitura della quantità di dosi di vaccino prevista nel primo trimestre. Vorremmo sottolineare il fatto che stiamo distribuendo a circa 300 punti di vaccinazione in Italia – uno dei numeri più alti di qualsiasi Paese europeo".

Alcuni Paesi europei (è il caso della Germania) hanno stilato accordi diretti extra Ue: questo crea un doppio binario nella consegna?

P.K.: "Le uniche consegne che stiamo facendo nell’Unione Europea sono quelle previste dall’accordo con la Commissione Europea".

Lo stabilimento produttivo in Belgio garantirà un aumento delle produzioni? Avete aperto o potenziato altri centri? E vi appoggerete a Sanofi?

"Pfizer ha apportato modifiche all’impianto di Puurs per aumentare la capacità di produzione. Il sostegno di altri – tra cui Sanofi, Novartis e Merck KGaA – è uno sforzo per consegnare il vaccino alle persone in tutto il mondo, il più rapidamente possibile".

Avete testato l’efficacia del vaccino sulle varianti inglese e sudafricana. Il virus però continua a mutare e anche i vaccini ’mutano’. La vostra ricerca prosegue in tal senso?

Valentina Marino: "I risultati degli studi in vitro dei sieri di individui vaccinati con il vaccino Pfizer-BioNTech Covid-19 hanno dimostrato che i sieri hanno neutralizzato la Sars-CoV-2 comprese le mutazioni presenti nelle varianti del Regno Unito e del Sudafrica. I risultati sono stati pubblicati sul server di preprint BioRxiv e presentati a una rivista peer-reviewed. Pfizer e BioNTech continueranno a monitorare i ceppi emergenti di Sars-CoV-2 e a condurre studi per monitorare l’efficacia del vaccino nel mondo reale. Le aziende ritengono che la flessibilità della piattaforma vaccinale mRNA di proprietà di BioNTech sia adatta a sviluppare nuove varianti del vaccino, se necessario".

Quali dati avete rispetto alle reazioni allergiche al siero?

V.M.: "Le persone che sanno già di avere un’allergia a uno dei componenti del vaccino elencati nelle informazioni sul prodotto non dovrebbero ricevere il vaccino. Reazioni allergiche (ipersensibilità) sono state osservate in persone che hanno ricevuto il vaccino e un numero molto piccolo di casi di anafilassi (grave reazione allergica) si è verificato da quando il vaccino ha iniziato ad essere utilizzato nelle campagne di vaccinazione. In caso di grave reazione allergica alla somministrazione della prima dose di Comirnaty non dovrebbe essere somministrata la seconda dose".