Giovedì 25 Aprile 2024

Il no alla Superlega unisce i leader europei

Da Draghi a Macron, dai tedeschi alla Commissione Ue, contrario persino il principe William. Londra e Bruxelles: leggi sulla concorrenza

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di Elena Comelli

All’avvicinarsi di tornate elettorali importanti, da Macron al tedesco Schulz, i leader europei non possono permettersi lo scollamento dalla base e dai valori dello sport popolare e di base, per cui tutti i leader europei da Mario Draghi, Boris Johnson e il principe William si sono schierati decisamente contro il progetto della Superlega, "per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport", come ha detto Draghi.

La stessa Commissione europea è intervenuta contro il progetto, per voce di uno dei vicepresidenti, il greco Margaritis Schinas. "Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, sulla diversità e l’inclusione", ha detto Schinas. "Non c’è spazio per riservarlo ai pochi club ricchi e potenti che vogliono legami stretti con tutto ciò che le associazioni rappresentano: campionati nazionali, promozione e retrocessione e sostegno al calcio dilettantistico di base. Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport e del nostro stile di vita europeo". Le autorità eureopee sono attivate anche a ipotizzare la violazione di leggi sulla concorrenza. Contro la Superlega si è schierato anche l’esponente della Spd tedesca Martin Schulz: "Gli eccessi nel giro d’affari miliardario del calcio danneggiano le squadre e portano all’alienazione dei tifosi".

Duro anche il principe William, che è anche presidente della Federcalcio d’Inghilterra: "Ora più che mai dobbiamo proteggere la comunità calcistica - dal livello più alto al calcio di base - e i valori di concorrenza e correttezza che sono centrali. La Superlega rischia di causare danni al gioco che amiamo".

Nel giorno in cui la Commissione ha lanciato la Conferenza sul futuro dell’Europa, il calcio è stato l’unico argomento che ha messo d’accordo tutti, dal segretario del Pd Enrico Letta a quello della Lega Matteo Salvini. Perfino il presidente francese Emmanuel Macron, pur non esserndo direttamente coinvolto nella questione perché il Paris Saint Germain - come il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco - ha rifiutato di entrare nel nuovo "club dei ricchi", si è scagliato contro la Superlega.

La Francia, dice il comunicato dell’Eliseo, "supporterà tutti i passi" intrapresi dalla Lega francese, dalla Uefa e dalla Fifa "per proteggere l’integrità delle competizioni federali, nazionali ed europee". In una doppietta perfetta con Viktor Orban, il pacifico confronto intorno a una palla ha unito politici liberali e illiberali, dopo che per secoli le palle di cannone hanno abbattuto tante fortezze nel Vecchio Continente. Da Budapest è arrivato così un richiamo all’unità europea dello sport e al principio di solidarietà: "La posizione dell’Ungheria è che la bellezza e l’importanza del più grande gioco del mondo vengono dal fatto che appartiene a tutti e non può essere monopolizzato dai più ricchi", ha detto il premier ungherese.