Mercoledì 24 Aprile 2024

Il no al greggio russo spacca la Ue E ai distributori risalgono i prezzi

Von der Leyen propone una nuova stretta anti-Mosca, ma Ungheria e Slovacchia si oppongono. Tensione sui mercati, balzano i costi di petrolio e gas naturale. Ritoccati i listini di benzina e gasolio

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di Elena Comelli

Parte con una palla al piede il sesto pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia, presentato ieri al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con l’obiettivo di contrastare l’aggressione russa dell’Ucraina. La palla al piede è l’Ungheria, che ha già dichiarato l’intenzione di opporre il veto. L’aspetto più controverso riguarda l’embargo al petrolio russo: la Commissione europea ha proposto un divieto di acquisto molto graduale, pur di assicurare la necessaria unanimità dei Ventisette al momento dell’approvazione delle nuove misure, ma a quanto pare all’Ungheria non basta. "Proponiamo un embargo che riguardi il petrolio proveniente via mare e via oleodotto, greggio e raffinato. Vogliamo però un embargo graduale, che avvenga in modo ordinato, per permettere a noi e ai nostri partner di assicurarsi vie di approvvigionamento alternative. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente le forniture russe di petrolio greggio entro sei mesi e dei prodotti raffinati entro fine anno", ha detto von der Leyen.

Il pacchetto prevede inoltre l’esclusione da Swift, il sistema di messaggeria finanziaria, di tre istituti di credito, tra cui Sberbank, che controlla in Russia un terzo degli attivi bancari. Verrà vietata anche la trasmissione di tre emittenti pubbliche russe: "Non potranno più distribuire i loro contenuti nella Ue, in qualsiasi forma, via cavo, via satellite, su internet o tramite applicazioni per smartphone", ha aggiunto von der Leyen, definendole "strumenti di propaganda". Nel pacchetto si allunga infine la lista delle personalità sotto sanzioni, compreso il capo della Chiesa ortodossa, il patriarca Kirill. "Vogliamo allungare la lista delle persone a cui è vietato il viaggio in Europa, inserendovi ufficiali militari di alto rango e altri individui che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell’inumano assedio della città di Mariupol", ha detto la presidente della Commissione. L’obiettivo della presidenza di turno francese è di arrivare al varo del nuovo pacchetto di sanzioni nel fine settimana. A causa del sistema dei veti, però, non sarà facile trovare un accordo a maggioranza assoluta. Va sciolto il nodo su Ungheria e Slovacchia, che non hanno sbocchi al mare e sono largamente dipendenti dal greggio russo. Sul tavolo c’è un’esenzione all’embargo petrolifero proposto dalla Commissione: i due Paesi potrebbero beneficiarne fino alla fine del 2023, nel rispetto dei contratti esistenti con la Russia. Ma Budapest non è convinta e minaccia il veto, forse solo per alzare la posta in gioco. L’obiettivo di Ungheria e Slovacchia potrebbe essere quello di ottenere delle compensazioni ulteriori, oltre alla deroga fino al 2023. E anche altri, in primis Praga e Sofia, chiedono trattamenti ad hoc. La Germania, invece, ha già dato il suo assenso al piano della Commissione. Malgrado il "carico pesante" per l’economia tedesca, che prima dell’invasione russa dell’Ucraina riceveva il 35% del suo petrolio da Mosca (oggi sceso al 25%), "la Germania è preparata" per l’embargo al petrolio russo, ha dichiarato il cancelliere Olaf Scholz. E non è contraria all’esclusione di Budapest e Bratislva dalla misura, se necessario per il varo del sesto pacchetto. L’Italia, a sua volta, è favorevole alla proposta della Commissione, tanto che il premier Mario Draghi ha addirittura parlato di eliminare il sistema del veto per non intralciare la difesa delle democrazie europee dall’assalto del Cremlino.

Nel frattempo le sanzioni minacciate spingono i prezzi, sia del petrolio che del gas naturale: ieri il greggio americano Wti è salito a 106,2 dollari (+3,8%) e il Brent europeo a 108,8 dollari. In rialzo anche il prezzo del gas in Europa, con le quotazioni dei future ad Amsterdam (+4,2%) a 103,6 euro al MWh. Forti aumenti anche dei prezzi praticati in Italia alla pompa, dopo che tutti i maggiori marchi hanno ritoccato al rialzo i listini dei prezzi consigliati. I prezzi medi nazionali si attestavano ieri mattina per la benzina a 1,81 euro al litro sul self service, per il gasolio oltre 1,83.